Per l’omicidio di Castelveccana l’indagine raddoppia
Alla pm che per prima ha condotto gli accertamenti sul caso, affiancato anche un altro sostituto. Oggi l’apertura dei reperti balistici, “poi gli esami sullo sparo delle armi“

Per l’omicidio di Nachat Rachid 34enne marocchino trovato morto con un colpo sparato alla schiena il 10 febbraio scorso ci sono sviluppi investigativi, e sul fronte delle indagini. Alla dottoressa Giulia Floris che per prima ha condotto gli accertamenti agli 800 metri dell’Alpe Sant’Antonio, dove venne trovato il cadavere del marocchino irregolare nel cuore di una delle località da anni considerata come piazza di spaccio, si è aggiunto anche il sostituto Lorenzo Dalla Palma.
La conferma del raddoppio degli inquirenti arriva da ambienti della Procura di Varese che coordina le indagini sul fatto di sangue per il quale ad oggi risulta indagato per omicidio volontario un sottufficiale del’Arma in forza alla Compagnia di Luino, ora sospeso in via cautelativa dal servizio.
Intanto oggi, martedì, verranno aperti i referti balistici effettuati dalla polizia scientifica di Milano e le campionature sugli indumenti di Rachid, come conferma il difensore del giovane incaricato dai famigliari, l’avvocato Marco Romagnoli che ha seguito passo passo tutte le formalità legate agli atti cui le parti possono assistere, a partire dall’esame autoptico.
«In seguito a queste risultanze verranno effettuate certamente delle prove di sparo sulle armi, vale a dire il fucile a pompa Browning calibro 12 che aveva un caricatore da sei colpi, oltre alla pistola d’ordinanza del carabiniere», spiega l’avvocato.
Nelle vicinanze del punto in cui si presume la vittima sia stata colpita e abbia tentato poi una fuga per fermarsi un centinaio di metri più a valle per poi accasciarsi, come si ricorderà vennero trovati sull’asfalto della strada provinciale 7 almeno due bossoli di arma corta, mentre nel bosco sottostante invece sono stati rinvenuti tre bossoli di fucile da caccia.
Risultanze che confermerebbero le due sequenze di spari a distanza temporale ravvicinata e con due suoni diversi come raccontato da un testimone che abita a un centinaio di metri in linea d’aria da dove si sono svolti i fatti.
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