Commercialista condannata per gli ammanchi al De Filippi
Spariti 84mila euro tra il 2011 e il 2013. La donna ha risarcito, e la pena è stata lieve
E’ stata condannata a due mesi di reclusione e 150 euro di multa, ma con pena sospesa e non menzione, una commercialista del Varesotto, E.Z., accusata di aver gestito le pratiche fiscali, legali e di corrispondenza del Collegio De Filippi, compiendo una serie di appropriazioni indebite e di atti francamente poco spiegabili.
I reati contestati erano infatti appropriazione indebita aggravata (per 84mila euro complessivi) e in più la distruzione di corrispondenza: il giudice monocratico di Varese ha riconosciuto la solidità delle accuse formulate dopo un’indagine della guardia di finanza e del pm Luca Petrucci. Tuttavia ha praticamente azzerato la pena perché, nel frattempo, il Collegio De Filippi ha ritirato la querela di parte, dopo un accordo di risarcimento del danno che l’imputata ha onorato. E.Z. tuttavia secondo le accuse ha compiuto una serie di pasticci contabili che hanno creato non pochi problemi nella struttura della Curia di Varese.
I fatti si riferiscono al 2011 e al 2013.
La donna era sia una dipendente che una consulente fiscale e aveva un ruolo importante nella gestione. Avrebbe, in quel periodo, utilizzato i soldi del Collegio per pagare fatture di altre aziende private con cui intratteneva rapporti di collaborazione, in un caso anche beneficiando l’azienda del fratello, salvo poi fare lo stesso con altre aziende di cui era consulente, prese come bancomat per ripianare gli ammanchi che aveva provocato al Collegio De Filippi.
Il reato di furto di corrispondenza si riferisce, invece, a una serie di mancate comunicazioni di pratiche giunte via posta alla direzione. Informazioni anche importanti, come ad esempio l’accreditamento di un corso che secondo il De Filippi è saltato perché la donna non aveva comunicato le informazioni che la Regione Lombardia aveva trasmesso. La difesa della commercialista ha però contestato questa accusa affermando che quel corso sarebbe comunque stato bocciato dalla Regione. Tra le carte fatte sparire dalla donna c’erano anche alcune cause di lavoro effettuate da dipendenti: in sostanza il De Filippi, secondo le accuse, non avrebbe mai ricevuto le notifiche di alcune udienze civili. Perché? Un bel mistero.
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