Insulti, botte e follia: scontri tra i “tifosi” di Varese e Como
Le due tifoserie sono entrate in contatto nella zona cuscinetto lasciata libera tra i settori che però non era presidiata dalla polizia
Scontri tra tifosi di Varese e Como a pochi minuti dall’inizio della partita delle due squadre. Le due tifoserie sono entrate in contatto nella zona cuscinetto lasciata libera tra i settori. La partita è stata sospesa per quattro minuti.
Già pochi minuti dopo l’inizio del match entrambe le tifoserie si sono avvicinate alla barriera di separazione e poco dopo i supporter sia di Varese che di Como hanno iniziato a scavalcarle, venendo alle mani nel settore lasciato libero e non presidiato dalle forze dell’ordine.
Tutto è sembrato organizzato da tempo. I tifosi del Como sono stati fatti entrare ben dopo l’inizio della partita, ma non sono saliti subito sugli spalti: hanno atteso qualche minuto sotto le tribune, per poi salire in gruppo e dirigersi verso la cancellata di ferro che divideva il loro settore dalla zona “cuscinetto”, non lontana da dove si trovavano gli ultras del Varese. Anche questi ultimi hanno atteso qualche minuto prima di entrare allo stadio. Non hanno invece indugiato un secondo quando sono stati “sfidati” dagli avversari, raccogliendo la provocazione dei comaschi e portandosi in massa a ridosso della zona lasciata libera tra le due tifoserie.
A dare il là agli scontri un tifoso comasco che solitario ha scavalcato la barriera e si è scagliato contro un gruppo di varesini che a loro volta avevano oltrepassato le barriere: sono volati pugni, calci, cinghiate e botte con le aste delle bandiere prima contro l’avventuriero comasco, poi tra una ventina di persone in tutto, mentre esponenti delle due fazioni si fronteggiavano minacciosamente sotto gli occhi impotenti di pochi stewards. Gli scontri sono stati accompagnati anche dal lancio di fumogeni e bombe carta.
La situazione è tornata alla calma quando finalmente sono intervenuti gli agenti di polizia in tenuta antisommossa, rimasti a presidiare la zona per il resto del match. La partita dopo la sospensione è continuata regolarmente con un sottofondo di insulti e sfottò tra i diversi ultras.
Le tensioni in realtà ci sono state fin da prima dell’inizio della partita, da quando cioè i tifosi del Como sono stati accompagnati allo stadio: a piedi, circondati dalla polizia e fatti entrare nello stadio a match già iniziato (al 12° del primo tempo). Secondo alcuni testimoni in quei minuti fuori dal Franco Ossola ci sarebbero stati anche lanci di sassi tra le tifoserie. All’uscita tutto è filato liscio, con i supporters lariani tenuti all’interno dello stadio fino al termine del deflusso dei sostenitori di casa: tutta la zona di Masnago intorno e in prossimità dello stadio è stata cintata e controllata da un massiccio dispiegamento di forze dell’ordine per evitare contatti tra gli ultras. Presidiati anche i cavalcavia e i ponti sulle vie di comunicazione principali da e per Varese.
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Eccoli qua i ‘cervelli’ che purtroppo non emigrano mai. Perché se emigrassero ed andassero in UK li capirebbero che fare il tifoso solo come sfogatoio personale è poco tollerato dai signori inglesi. In quel paese questa feccia calcistica dalla rissa facile l’hanno fatta estinguere a suon di manganellate e carcere duro.
Noi purtroppo usiamo le forze di polizia, con gran spreco di denaro pubblico, coccolando queste persone, accompagnandole allo stadio, riservandogli treni speciali che immancabilmente spaccano e devastano. Se proprio non riusciamo a cambiare rotta partiamo da una cosa semplice …. prendiamogli i connotati e togliamoli il diritto di voto…..mica li vorrete considerare al nostro pari livello?