Le bambole del Sorriso arrivano in pediatria
Bianche, prive di alcuna espressione in volto e completamente svestite. Sono le bambole di stoffa che anche quest’anno l’associazione “L’Albero” ha donato ai bambini ricoverati in pediatria

«Il bambino che entra in reparto per il ricovero – spiega Elena De Munari, educatrice della Sala Giochi al Filippo del Ponte – si sente perso e spaesato. Proprio come queste pigotte di stoffa viene privato di ogni suo oggetto personale e completamente svestito per indossare il pigiamino. Disegnare gli occhi, il naso e la bocca alla bambola, cucirle i capelli e prepararle dei vestiti assume quindi un significato profondo di riappropriazione del proprio sé. La bambola diventa un importantissimo strumento di comunicazione che il bambino utilizza per relazionarsi con gli altri bambini, gli adulti e soprattutto con i medici». Grazie a questa importante donazione, ogni bambino all’assegnazione del posto letto troverà una bambolina ad accoglierlo, pronta per diventare nelle sue mani ciò che il piccolo vorrà rappresentare. Un foglietto di istruzioni consegnato ai genitori spiegherà le finalità del progetto, che il bambino potrà iniziare a svolgere disegnando con i pennarelli i tratti del volto della bambola, per poi completarla in sala giochi, dove potrà trovare fili di lana colorata per i capelli, pezzetti di stoffa per gli abiti, bottoni e nastrini.Anche il lavoro di confezionamento delle stesse bambole ha un profondo valore sociale e terapeutico. Realizzate grazie ad una sostanziosa donazione di qualche anno fa dalla Circoscrizione n. 6 di Varese all’Associazione “L’Albero”, le pigotte vengono assemblate e imbottite dagli ospiti del Centro “Isabella” di Masciago Primo, un centro diurno di sostegno per persone con HIV e AIDS conclamato. «Per gli ospiti del centro – spiega Daniela, volontaria del Centro di Masciago – sapere che queste bambole servono a far stare meglio i bambini ricoverati rappresenta uno stimolo importante per dedicarsi con passione ad un’attività manuale che riconoscono come socialmente utile». Bambole ricche di valore e sentimento dunque non solo per chi le riceve ma anche per chi le dona.
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