Non vogliamo le province di Como e Varese: troppa mafia

La risposta del consigliere nazionale della Lega dei Ticinesi, Norman Gobbi, alla mozione dell'Udc che chiedeva l’integrazione delle regioni limitrofe quali nuovi Cantoni svizzeri

A pochi giorni dal G6 di Varese, il consigliere nazionale della Lega dei Ticinesi, Norman Gobbi, definisce le province di Varese e di Como “non annettibili” per l’allarme lanciato circa il potere dei tentacoli mafiosi sull’economia locale.
Tali dichiarazioni sono state rilasciate al sito d’informazione Ticinonline a commento di una una mozione parlamentare del consigliere nazionale svizzero dell’UDC, Dominique Baettig, depositata a Berna il 18 marzo scorso,  allo scopo di “Agevolare l’integrazione delle regioni limitrofe quali nuovi Cantoni svizzeri”. Uno dei firmatari di tale mozione è proprio il leghista Gobbi, frequentatore delle province di confine, buon amico dei leghisti nostrani e primo ticinese a riconoscere la Padania come uno Stato sovrano. 
La mozione chiedeva “al Consiglio federale di proporre un quadro costituzionale e legale che permetta di integrare, quale nuovo Cantone svizzero, le regioni limitrofe, se auspicato dalla maggioranza della popolazione interessata”. La motivazione di questo atto parlamentare è spiegata, secondo i promotori, in una mancanza di interesse politico della Svizzera, più in generale anche dell’Europa, riguardo alle realtà di confine e tutto ciò accompagnato da un lungo elenco di regioni che potrebbero essere interessate all’annessione come Cantoni. Scopriamo così, nello scorrere l’elenco, che accanto a regioni e città come Alsazia, Aosta, Bolzano, Giura, Voralberg, Ain, Savoia, Baden-Würtenberg, ci sono anche Varese e Como. La risposta del Consiglio federale, arrivata il 19.05.2010, è molto chiara e respinge la mozione chierendo che «una revisione della Costituzione federale che permetta alle regioni limitrofe al nostro Paese di unirsi alla Confederazione svizzera costituirebbe un atto politico ostile, che gli Stati vicini potrebbero considerare, a giusto titolo, provocatorio e nuocerebbe gravemente alle relazioni con i Paesi in questione. Una tale revisione non sarebbe soltanto politicamente inopportuna, bensì anche problematica sul piano del diritto internazionale». Fin qui la cronaca di un atto parlamentare che è stato definito «solo una provocazione» proprio dal consigliere leghista Norman Gobbi, come riportato nell’intervista rilasciata al sito d’informazione ticinese
 A domanda precisa sulla fattibilità dell’annessione delle province di Varese e Como, il leghista risponde così nel sito ticinese: «In tutti i casi, quella di Baettig è stata una provocazione e le due Province sarebbero – ora – difficilmente integrabili; il recente allarme per il propagarsi dei tentacoli mafiosi nelle aziende delle province a noi vicine, è un sintomo di come un’ipotetica integrazione è impossibile». Nel titolo di apertura del pezzo c’è un ulteriore passaggio virgolettato dove, stante all’articolo, il leghista avrebbe detto «Le infiltrazioni mafiose nell’economia di Como e Varese rendono impossibile l’integrazione». Tali parole, se confermate, a pochi giorni dal G6 che il ministro Roberto Maroni presiederà proprio a Varese, lasciano non poco perplessi e pongono qualche dubbio sulla reale conoscenza del territorio da parte di chi ha espresso quanto sopra. Non solo, nei mesi scorsi si era tanto parlato, proprio tra le forze leghiste dell’una e dell’altra parte, di agevolare in un momento di crisi internazionale il credito da parte di banche svizzere alle imprese, guarda un po,’ di Varese e Como e di tutto il territorio insubrico. Siamo sicuri che le banche svizzere desiderino aprirsi alle province “non annettibili” a causa delle infiltrazioni mafiose nel tessuto economico? Tenuto conto che queste zone sono amministrate proprio dagli amici leghisti l’uscita appare ancora più improvvida e certo meritevole di considerazione.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 21 Maggio 2010
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