«Ci cancellano, ma il risparmio dov’è?»

Il sindaco di Agra e quello di Cazzago Brabbia commentano il provvedimento della manovra che prevede l'abolizione dei Comuni sotto i mille abitanti. «Addio ai servizi:saranno penalizzati i nostri cittadini più anziani»

Una bella croce sopra ventitrè piccoli Comuni del Varesotto.
E’ quello che prevede, tra le altre cose, la manovra presentata dal Governo ieri sera, venerdì 12 agosto (nel link al Corriere la tabella con gli interventi chiave).
Si va da Galliate Lombardo (993 abitanti) a Duno (162). Ancora presto per entrare nel merito del provvedimento ma i sindaci dei Comuni con meno di 1000 residenti sono già in allarme.
“E’ un provvedimento che non possiamo assolutamente condividere – dice il sindaco di Agra Andrea Ballinari, Lista Civica, che tanto per dire, oggi, antivigilia di Ferragosto, ha trascorso la mattinata in Municipio – Forse non si rendono conto che nei piccoli comuni le amministrazioni sono quasi a carattere familiare. Accorpare due comuni, magari distanti tra loro, crea solo grossi disagi ad una popolazione che, nel nostro caso, è costituita prevalentemente da anziani.
Per noi un provvedimento del genere ha effetti pratici immediati: significa togliere servizi. Poi mi devono spiegare bene il senso di questa scelta: noi non percepiamo né indennità di carica, né gettone di presenza…Dov’è il risparmio?”.
Della stessa idea anche il sindaco di Cazzago Brabbia Massimo Nicora (Lista Civica): "Questo provvedimento mi fa pensare una cosa sola: che chi abita nei Palazzi non ha la più pallida idea di che cosa significhi amministrare un territorio. Hanno cercato di risolvere un problema partendo dalla coda invece che dalla testa. Quali sprechi possono contestare ad un comune come il nostro? Facciamo risparmiare, con i nostri volontari, 40 mila euro l’anno; abbiamo solo 4 dipendenti e siamo convenzionati con altri Comuni per quanto riguarda l’assistenza sociale, la scuola e la gestione dei rifiuti. In che modo pensano di recuperare del denaro. Io di sperpero non ne vedo proprio".

«Non sono i piccoli Comuni la causa del dissesto finanziario del Paese e non è certo eliminando con un “golpe” legislativo le amministrazioni locali che si risolvono i problemi di bilancio dell’Italia – precisa Antonio Calabretta Sindaco del Comune di Biandronno e membro del Direttivo Nazionale di ANPCI, l’Associazione dei Piccoli Comuni Italiani -. Dobbiamo sopportare i pesanti tagli alle nostre amministrazioni locali, che ci impediscono di erogare servizi indispensabili per i cittadini, e ora dovremmo sopportare anche la cancellazione dei comuni più piccoli senza neanche fiatare. No, questo non è accettabile. Non è così che si diminuiscono i costi della politica. Vogliono diminuire i costi della politica cominciando dalle nostre piccole comunità, che costiamo di meno, che siamo quelli a diretto contatto con la popolazione. I piccoli Comuni costituiscono un presidio in molti territori che sono già stati abbandonati in termini di servizi ai cittadini: uffici postali, presidi sanitari, scuole di primo grado, tutto viene chiuso nel nome del risparmio. Si tagliano ogni giorno servizi indispensabili alle comunità locali, dalle quali, poi si pretende di avere quella qualità diffusa, in termini di ambiente, prodotti tipici, di paesaggio, che costituisce uno dei principali motivi di attrazione per milioni di turisti che scelgono l’Italia proprio per le sue tante bellezze, che non sono solo le grandi città o le città d’arte, ma proprio le campagne e i piccoli borghi.  Il piccolo comune, con la scomparsa delle parrocchie, la riduzione degli uffici pubblici come poste, scuole e presidi sanitari, resta l’unica entità a presidio del territorio e il sindaco in molti casi è rimasto l’unico rappresentante dello Stato, il punto di riferimento.  Per controbattere l’eventuale proposta di “taglio” indiscriminato dei piccoli Comuni, e per sostenere una giusta politica di lotta agli sprechi, l’ANPCI chiede che siano aboliti gli enti inutili “ce ne sono ancora troppi e sono dei veri parassiti”; di diminuire il numero dei parlamentari “misura sempre evocata ma mai realizzata, da nessun Governo”; che si finisca di rinpinguare le grosse città che spendono a dismisura con le classiche "cattedrali nel deserto" e che si affronti con serietà e metodo la piaga dell’evasione fiscale “non è con gli spot televisivi che si può risolvere il problema”; che siano risparmiati i soldi spesi in inutili armamenti».

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Pubblicato il 13 Agosto 2011
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