Porfidio: “Un sindaco dimezzato”

Secondo l'ex-consigliere comunale metà del lavoro della giunta è ora in mano ad Agesp servizi e chiede al sindaco di dimmezzarsi lo stipendio

Riceviamo e pubblichiamo un comnicato dell’ex-consigliere comunale Audio Porfidio in merito alla cessione di un ramo d’azienda del comune di Busto Arsizio ad Agesp Servizi.

Ho letto le cronache del consiglio comunale di sabato mattina (a proposito, il sabato mattina della settimana prima di Natale è il momento giusto per evitare la fastidiosa presenza dei cittadini in sala esagonale…) e ho scoperto che metà delle competenze fondamentali dell’amministrazione comunale sono state trasferite alla società Agesp Servizi. Si parla di lavori pubblici, strade, verde, cimiteri, patrimonio comunale, quindi di pezzi strategici e fondamentali del lavoro di una pubblica amministrazione, che con la delibera di sabato mattina passano sotto la gestione diretta e definitiva di Agesp Servizi. A questo punto, si può dire senza essere smentiti che, se ha perso metà delle competenze, il sindaco di Busto Arsizio è diventato un “mezzo sindaco”, in quanto non è più lui ma il vertice di Agesp Servizi ad occuparsi di questioni così importanti per la città.
Se il Comune ha perso metà delle sue competenze non si capisce perché allora debba mantenere e pagare sette assessori e ventiquattro consiglieri comunali. In un momento in cui sentiamo parlare di drammatici problemi di bilancio e di “lacrime e sangue” in vista del bilancio di previsione 2012, mi sembra uno spreco lasciare intatti i costi di una “casta” che ha volontariamente rinunciato, con il voto di sabato mattina in consiglio comunale, a metà delle competenze per la quale è stata eletta. A questo punto il “mezzo sindaco” di Busto dovrebbe dimezzare anche il suo stipendio, dato che ha dimezzato le sue responsabilità e il suo lavoro, e dovrebbe dimezzare anche il suo maxi-ufficio e lo staff che ha a disposizione a palazzo Gilardoni. Come diceva la pubblicità dei pennelli Cinghiale, per dipingere una parete grande non ci vuole un pennello grande, così per dirigere un Comune che ha dimezzato le sue competenze, il “mezzo sindaco” non ha più bisogno di uno stipendio intero, né di un ufficio grande, né di uno staff grande. Ma neanche di una Giunta grande. Lo stesso discorso vale anche per la giunta comunale: se fino a ieri per gestire tutte le competenze in capo al Comune erano stati nominati 7 assessori, da domani in assenza di tutte queste competenze gestionali e operative e di queste responsabilità potrà certamente bastare la metà degli assessori, quindi ci aspettiamo che il “mezzo sindaco” dimezzi anche la sua Giunta, liberandosi del peso e del costo di 3 o 4 assessori che starebbero nei loro uffici a girarsi i pollici in attesa che Agesp Servizi faccia tutto il lavoro necessario. Allo stesso modo, se il personale deputato ai servizi ceduti ad Agesp Servizi verrà trasferito alla società pubblica, si potrà evidentemente dimezzare il numero di dirigenti e di funzionari in posizioni organizzative, che con le loro indennità hanno un costo non indifferente per le casse del Comune. E il consiglio comunale? Siccome è stato appena eletto, non possiamo pretendere che venga dimezzato, ma perlomeno si dimezzino i gettoni di presenza e il numero di commissioni, che invece paradossalmente è stato appena aumentato anche se le competenze sono dimezzate. Ma purtroppo sappiamo bene che quando si tratta di toccare il portafoglio dei politici della “Casta”, diventano tutti muti come dei pesci, a destra e a sinistra. Si trasferiscano anche loro all’Agesp se vogliono continuare a contare.
Per concludere, dimezzando tutte queste spese che ho elencato il bilancio del Comune ne beneficerà sicuramente in modo notevole e tutte le belle parole che sono state espresse in consiglio comunale sui vantaggi dell’operazione Agesp si rifletteranno direttamente sui conti del Comune che a quanto dicono le statistiche citate nei giorni scorsi sulla stampa non sono messi così tanto bene come il nostro sindaco, pardon il nostro neo-“mezzo sindaco”, cerca di dipingere con la sua grande capacità affabulatoria. Risparmiando su tutti questi costi della “Casta” probabilmente il Comune riuscirà a destinare qualche fondo in più per i servizi sociali che devono fronteggiare l’emergenza delle nuove povertà ma anche quella dell’occupazione, ad esempio dando incentivi alle imprese private che assumono personale.
In fondo il proverbio dice che dalla botte piccola esce il vino buono, quindi magari anche un “mezzo sindaco” può bastare per fare qualcosa di buono per la città di Busto Arsizio che è in così forte declino.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 19 Dicembre 2011
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