Blitz in laboratori cinesi, scoperti 21 lavoratori in nero

Lavoravano 14 ore al giorno, vivevano con bambini piccoli in letti improvvisati tra immondizia e scarti di lavorazione, si sfamavano ad una mensa con cibi malsani. Mega multa e prossima chiusura dei laboratori

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Lavoravano 14 ore al giorno, vivevano con bambini piccoli in letti improvvisati tra immondizia e scarti di lavorazione, sfamandosi in una mensa con cibi malsani. Si tratta dei lavoratori cinesi scoperti dalla Guardia di Finanza di Saronno a seguito di un blitz in due laboratori, dove si fabbraicavano accessori per note griffes di moda, producendo materiale per diverse centinaia di migliaia di euro.
L’organizzazione scoperta dalla Guardia di Finanza era gestita da una coppia di cittadini di ordine cinese e risedenti nella zona di Legnano. A loro volta utilizzavano dei connazionali prestanome per aprire società dedite alla produzione di capi di abbigliamento.

 

I due capannoni dove si effettuava la lavorazione del materiale si estendevano su circa 400 metri quadri, nella città di Rescaldina. L’attività investigativa della guardia di finanza di Saronno ha portato a scoprire dell’attività anomala in questi capannoni. Fino ad arrivare alla perquisizione dei giorni scorsi. Qui sono state almeno 24 persone, tutte di origine cinese, sui 30 anni, non clandestini; 21 dei quali lavoravano irregolarmente e in condizioni a dir poco disumane. Tra avanzi di cibo e materiale di lavorazione, materassi per dormire e condizioni igieniche pessime.

Durante la perquisizione i militari della Guardia di Finanza hanno anche trovato otto bambini, figli dei lavoratori irregolari, che giocavano proprio dove si effettuava la lavorazione del pellame.

 

Nei laboratori si producevano capi di abbigliamento ed accessori di note marche di moda, che avevano affidato la lavorazione ad alcune aziende italiane che, apparentemente all’insaputa della società committente, delegavano ai cinesi la produzione delle borse “griffate” al fine di abbattere i costi di produzione ed aumentare i profitti.

Il tutto per un valore di diverse centinaia di migliaia di euro. Il materiale trovato è infatti di elevata qualità e una borsa a fine lavorazione poteva anche arrivare a costare 2 o 3mila euro. Nei magazzini sono state trovate borse pronte o in lavorazione per centinaia di capi. Per ora non è ancora scattata la denuncia per i due titolari, ma sono state emesse sanzioni pecuniarie. Sono comunque partite le segnalazioni all’autorità giudiziaria per far chiudere immediatamente il posto.

Inoltre sono in atto ulteriori accertamenti a livello nazionale, in merito ai rapporti tra i laboratori cinesi e le ditte italiane subappaltanti. Altre novità potrebbero già emergere anche dalle indagini di tipo fiscale che saranno portate avanti dalla Guardia di Finanza. 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 12 Gennaio 2012
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