Donna morta, condannati primario e 2 chirurghi
Un'infezione la uccise. Secondo il tribunale la colpa è dei medici che fecero degli errori durante un intervento ai calcoli e una successiva anastomosi biliodigestiva
Tre chirurghi condannati, un medico assolto. La morte di una paziente di 67 anni a causa di due errati interventi ai calcoli si conclude, in primo grado, con un verdetto che accusa gli imputati di omicidio colposo. Il giudice Anna Azzena ha comminato 1 anno di carcere al dottor Enrico Guffanti, primario dell’unità operativa di chirurgia generale 2 dell’ospedale di circolo di Varese, e ha subordinato la sospensione condizionale della pena al pagamento di un risarcimento di 50mila euro per danni di immagine allo stesso ospedale. Si tratta di una decisione che gli avvocati non si aspettavano e che il tribunale ha applicato “motu proprio”, poiché il codice prevede che, in alcuni casi, l’imputato possa godere dei benefici di legge solo se elimina le conseguenza dannosa del fatto. La lesione dell’immagine dell’ospedale dev’essere stata evidentemente valutata come una delle conseguenze di questo processo.
Oltre al primario della chirurgia 2 dell’ospedale è stato condannato il chirurgo Carlo Iannuzzi a 8 mesi con la sospensione condizionale e Claudio Postiglione a 4 mesi di carcere con sospensione condizionale e non menzione. Assolto il quarto medico coinvolto, Eugenio Cocozza, ma sulla cui estraneità si era già pronunciata la pubblica accusa.
Il processo verteva sulla morte della signora Pierina Castiglioni, nel 2005, a seguito di due interventi. L’indagine era partita con 15 medici indagati, poi ristretti a 10. Alla chiusura delle indagini si scendeva a 5. Una dottoressa veniva prima condannata e poi assolta per aver fatto firmare il consenso informato, mentre i quattro chirurghi sono stato giudicati dal tribunale oggi alla fine di un lungo dibattimento e dopo due diverse perizie ordinate dal gup e dal tribunale che avevano dato risultati parzialmente contrastanti. A fronte quindi di un quadro clinico oscillante tra diverse interpretazioni, gli avvocati avevano dibattuto se l’errore (se errore c’era) fosse stato commesso nella prima operazione o in quella successiva.
Il primo intervento venne effettuato il 2 aprile del 2005. La procura accusava Guffanti, Iannuzzi e Postiglione di aver limitato l’intervento alla sola asportazione della colecisti, nonostante il gastroenterologo avesse dato indicazioni, all’esito di intervento endoscopico, circa la necessità di asportazione chirurgica del coledoco. Il 10 maggio Pierona Castiglioni tornò in ospedale dove, secondo la procura, le furono riscontati «plurimi e grossolani calcoli» all’interno del coledoco. Il 23 maggio i medici Guffanti e Cocozza operarono nuovamente la donna. Secondo l’accusa quell’intervento di anastomosi biliodigestiva causò lesioni personali alla donna; in particolare perché i punti di sutura non avrebbero retto, causando una fuoriuscita di bile e di materiale infetto nella cavità addominale. La donna non si rispese più e morì il 10 ottobre. Gli avvocati di Guffanti e Cocozza (Sergio Martelli e e Gianfranco Orelli) avevano chiesto l’assoluzione, così anche Stefano Bruno e Cesare Cicorella per Iannuzzi e Postiglione. Con ogni probabilità faranno tutti ricorso in appello.
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