Vos: “Il mio Cittiglio più bello”

"Arrivare da sole al traguardo dà una soddisfazione in più". Felice anche Guderzo, protagonista inattesa: "Con il passare dei chilometri sono stata sempre meglio"

«Questa è la mia vittoria più bella delle tre che ho conquistato a Cittiglio». Il Trofeo Binda finito di nuovo nelle mani di Marianne Vos (terza volta, raggiunta Maria Canins nei trionfi in Valcuvia) regala una giornata speciale all’olandese, una comunque abituata a sollevare coppe e premi in ogni angolo del globo. E spiega anche il perché: «Arrivare al traguardo da sole dà sempre più soddisfazione: oggi ho potuto alzare le braccia in anticipo e godermi l’applauso del pubblico, cose che non accadono quando si finisce in volata». Vos ci ha messo tanto del suo in questo successo ma è anche stata supportata da una Stiching-Rabo molto attiva nel corso della gara. «Con le mie compagne non avevo disegnato un piano preciso per oggi, anche se eravamo convinte di poter fare bene. Poi ci siamo trovate in tre nel gruppo di testa e a quel punto abbiamo deciso che avrei provato l’azione. Il “Binda” è gara molto difficile e, con la maglia di leader di Coppa addosso, sapevo che sarebbe stato ancora più duro andare in fuga, però ci sono riuscita».
Al suo fianco sorride Tatiana Guderzo perché una domanda ricorda a Vos che la sua proverbiale gamba bionica spesso non funziona al Mondiale visto che dopo l’iride del 2006 sono arrivate cinque medaglie d’argento di fila compreso a Mendrisio quando vinse l’azzurra. «Capita – la prende con filosofia Marianne – e comunque in quelle occasioni sono sempre stata battuta da atlete molto forti».
Guderzo appunto se la ride, anche per un secondo posto inatteso: «Mi aspettavo di durare trenta chilometri e invece è andata bene – rivela Tatiana – Avevo deciso di affrontare la gara con tranquillità perché in Salvador ho preso un virus che mi ha un po’ debilitata. Con le mie compagne avevo detto che avrei corso in appoggio, invece poi con il tempo ho capito che non stavo poi così male. La squadra mi ha sostenuto e, pedalata dopo pedalata siamo arrivati a 10 chilometri dalla fine e allora ho deciso di provarci, così è arrivato un bellissimo secondo posto. Se avessi ascoltato le gambe mi sarei dovuta fermare molto prima e invece i regali più belli arrivano spesso quando meno te lo aspetti». Un ordine d’arrivo simile – Worrack, Arndt, Johansson, Cantele, Pooley tra le prime dieci – ha allargato il sorriso di Mario Minervino, patron del “Binda” e della Cycling Sport Promotion accompagnato nel dopo gara dal presidente federale Di Rocco. Un nuovo successo organizzativo premiato da una gara firmata dalle atlete più forti del circuito mondiale: segnatevi i nomi, perché le prossime Olimpiadi saranno una rivincita di quanto accaduto sulle strade del Varesotto.

LA CORSA

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Pubblicato il 25 Marzo 2012
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