Il fiume minaccia Alexandra al 29esimo giorno di digiuno
A causa dell'acquazzone di questa notte, al relais Cà dei Santi acqua fino ai pavimenti: tanto spavento ma le attività non si fermano. E nemmeno il digiuno dell'imprenditrice che rivendica i suoi diritti
«Mi scusi, abbiamo appena finito di mettere a posto: l’acqua ci è arrivata al pavimento».
Alexandra Bacchetta, ci accoglie così sulla porta del suo relais. Dopo questa notte di acquazzoni, ha infatti rivissuto l’incubo dell’alluvione del 2009, quando l’affluente dell’Olona che le passa a fianco ha ricoperto per oltre un metro i muri del suo relais. Uno spavento vero: «Ho dormito due ore, stanotte» confessa l’imprenditrice. E il rumore del torrente in piena è ancora spaventoso, malgrado quando andiamo a trovarla il sole splenda e l’acqua sia tornata nell’alveo, a dire il vero un po’ troppo “brado” per costeggiare una zona dove ci sono industrie anche importanti, come la Lindt e Sprungli, che è a pochi metri dal relais.
Avevamo concordato con Alexandra Bacchetta di andarla a trovare per vedere come stava, sapere qualche novità del suo sciopero della fame arrivato ormai al 29esimo giorno e vederla nel suo “ambiente naturale”, cioè quello per cui ha cominciato questa estrema protesta. Ma, entrati dalla porta del relais, abbiamo rivissuto negli occhi di chi aveva appena spazzato via l’acqua dai pavimenti lo spavento di quel giorno. Il fiume li ha di nuovo minacciati: e questa volta nel pieno della estrema protesta della proprietaria, che la vede a digiuno da oltre quattro settimane e con, per la prima volta, i parametri vitali compromessi. Negli ultimi giorni infatti la pressione è a livelli di guardia (80 la massima, 50 la minima) le pulsazioni cardiache flebili (48 battiti al minuto) e presenta i “primi sintomi di astenia muscolare”.
A dirlo, la relazione quotidiana di Giuseppe Simone, un infermiere che da quando ha cominciato lo sciopero si è preso l’impegno di monitorarla giorno per giorno e di tenere traccia delle sue misurazioni. «Non lo conoscevo prima: si è presentato al presidio, proprio il primo giorno dello sciopero della fame, e ha continuato così così tutti i giorni – spiega l’imprenditrice – Lo fa per impegno civile, e non si è fermato nemmeno quando ho smesso il presidio e ho continuato qui il digiuno». “Qui” è il bel relais di via Molini Trotti: dove ci sono dieci stanze di charme, un ristorante chic e un bistrot più informale, in una cascina ristrutturata vista torrente: una bella location, quando non esonda.
Il suo sciopero, a questo punto, durerà fino almeno all’8 maggio, giorno in cui è prevista la ripresa della seduta del consiglio regionale che tratterà la sua “mozione urgente”, una definizione quasi ironica ormai, visto che saranno passati oltre 20 giorni dalla sua preparazione. «Spero solo che non succeda qualcos’altro, però. Cioè, che non ci siano ulteriori dimissioni o aggravamenti della situazione: sarebbe dura, in questo caso, resistere fino a dopo le elezioni». Davanti a una tale scadenza, e in assenza di novità di altro genere, a questo punto sembra che non resti altro che aspettare. Perché, se c’è qualcosa di certo, è che l’imprenditrice non mollerà: «Stiamo pensando a una manifestazione, che dovrebbe essere fissata per il 4 o il 6 maggio – spiega Alexandra – Alla quale ci piacerebbe partecipassero anche le istituzioni: perché è una manifestazione in cui deve vincere la dignità e l’orgoglio di essere italiani. E’ questo quello che dovrebbe passare: che gli italiani amano il loro lavoro e la dignità, e che i loro diritti non hanno bisogno di essere affermati con violenza». Intanto lei continua a digiunare: «Per ora mi tiene su l’adrenalina. Quando avrò delle risposte, penso che però l’adrenalina calerà, e allora dovrò davvero farmi curare».
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