Teatro pieno per il “match” tra i candidati sindaco

Oltre 400 persone hanno partecipato al dibattito pubblico di mercoledì sera. Molti gli argomenti affrontati: Imu, Seprio Servizi, Pgt, ma anche tanta partecipazione del pubblico

Oltre 400 persone hanno partecipato al vivace dibattito pubblico che si è svolto a Tradate, tra i sette candidati sindaco che si presenteranno alle prossime elezioni amministrative in programma il 6 e 7 maggio. L’incontro, organizzato dalle testate giornalistiche della zona (oltre Varesenwes, anche Prealpina, Provincia di Varese, La Settimana), si è svolto al cinema teatro di Abbiate Guazzone, di fronte a una platea di simpatizzanti e curiosi, che hanno partecipato molto attivamente alla serata, tra applausi e anche dissensi. Sul palco, disposti in ordine come compariranno sulla scheda elettorale, c’erano Laura Cavalotti (Pd, Idv, Sel, Partecipazione Insieme), Vito Pipolo (Pdl, Pensionati), Franco Accordino (Movimento Prealpino, Giovani per la città, Unione Italiana – Tradate al centro), Gianfranco Crosta (Lega Nord, Tradate Giovane, Crescere Insieme), Carlo Uslenghi (Città Nuova), Stefania Giammatteo (Udc), Stefano Castiglia (Movimento 5 Stelle).

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Molte le domande poste, scelte tra quelle giunte alle redazioni da parte dei lettori. Oltre alla richiesta di rinnovo della convenzione con le materne paritarie (che tutti i candidati hanno sottolineato di voler rinnovare), anche quesiti sulla cultura, partecipazione e costi della campagna elettorale. Di seguito alcune delle risposte date dai candidati.

 

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TUTTI I CANDIDATI E LE NEWS ELETTORALI DI TRADATE

 

IMU

Sull’applicazione dell’Imu è stato chiesto ai candidati come intenderanno gestire l’applicazione dell’aliquota. Per Gianfranco Crosta «Si faranno investimenti a tassi zero, realizzazioni a costo zero, come il fotovoltaico e il solare, o impianti a biogas. Tutto questo recupera costi che andranno anche per l’abbattimento dell’Imu». Carlo Uslenghi ha sottolineato che «ad oggi non c’è un bilancio di previsione e come si accende la luce sui conti bisogna vedere cosa c’è. Soltanto dopo si può studiare quale aliquota applicare. Dire la tengo più bassa si può, ma bisogna fare i conti». «Io sono d’accordo con Carlo – ha aggiunto Stefania Giammatteo -. La decisione non spetta ai sindaci, ma al Governo. Io applicherei il minimo richiesto ma una rilevante quota va al Governo». Stefano Castiglia ha ricordato che «l’ex coalizione governante aveva tolto l’Ici prospettandola come soluzione dei problemi italiani. Ora ne paghiamo le conseguenze. Non si possono far pagare gli errori politici ai cittadini. Deve essere una scelta l’applicazione dell’Imu». «L’auspicio è quello di poter applicare l’aliquota più bassa, ma dobbiamo fare i conti con due realtà – ha aggiunto Laura Cavalotti -: il mancato rispetto del patto di stabilità dell’anno scorso porterà minori entrate al comune da parte dello Stato; e poi bisogna fare un’analisi dettagliata della revisione delle spese e degli sprechi». «È una decisione difficile – ha spiegato Vito Pipolo -. In questo paese ci sono tre milioni di persone che sono in cerca di lavoro, a queste persone l’Imu non va fatta pagare. Va pagata in base al reddito che uno percepisce». Ha chiuso gli interventi Franco Accordino: «Dico no all’Imu soprattutto sulla prima casa, che rappresenta una fatica durata anni. Pagarci una tassa mi sembra una cosa assurda. Il nostro obiettivo è che sia ridotto al minimo».

 

Seprio Servizi

Ai candidati è stato chiesto quale ruolo assumerà, con la loro amministrazione, la Seprio Servizi, la società del comune. Per Uslenghi: «La legge oggi vieta a queste società di avere lavori pubblici oltre i 50mila euro complessivi. Il decreto sulle liberalizzazioni non consente più la gestione dei servizi sopra i 200mila euro. Il comune deve lasciare libero mercato sulla gestione dei rifiuti. Rimane la possibilità per la pulizia strade e taglio piante, conviene tenere una società per questo?». «Queste società devono rispettare tre condizioni – ha proseguito la Giammatteo -. Economicità, efficienza, efficacia e aggiungo trasparenza. Dovrei vedere bene le carte, prima di approfondire la risposta». Castiglia aggiunge che «per rispondere si dovrebbe prima attendere l’esito delle indagini in corso da parte della Corte dei Conti. Servirebbe anche sapere come vengono spesi i soldi alla Seprio, sui cui bilanci è mancata la trasparenza. Oltre alla definizione di criteri chiari di gestione». Cavalotti: «La prima azione che vogliamo fare e incaricare un soggetto terzo di fare una valutazione della Seprio, per quantificare tutti i dati finanziari. Nel frattempo vogliamo rivedere tutti i contratti di servizio stipulati col comune. Può essere immediato il ritorno al comune di determinati incarichi. Per quanto riguarda le opere, c’è già stata la delibera dell’autorità di vigilanza: la Seprio non può eseguire opere pubbliche e non poteva perché non esisteva il controllo analogo».

Pipolo ha aggiunto che «è indubbio che la Seprio va ristrutturata come azienda. Oggi la Seprio è un braccio operativo di cui l’amministrazione non può fare a meno, altrimenti si torna al vecchio sistema degli appalti. Ma la Seprio ha avuto molti effetti positivi sulla città, come l’aver portato ai di oggi la raccolta differenziata». Accordino: «La Seprio deve tornare sicuramente allo spirito iniziale. Villa Truffini e la Biblioteca devono tornare di proprietà del comune. La Seprio non deve essere il braccio operativo del Comune, ma ne deve essere parte integrante, e quindi della cittadinanza. Se la Società si sostenesse da sola, come dovrebbe essere, non ci sarebbe bisogno di un canone da parte del Comune e la cifra potrebbe essere usata per altro». Ha chiuso gli interventi Crosta: «Tutti quelli che hanno parlato prima di me, non hanno proprio titolo per parlare in questo modo. I bilanci sono pubblici e in attivo, si dovrebbe vedere i documenti prima di fare tali dichiarazioni. Le tariffe sono ferme a cinque anni fa, non c’è stato nessun aumento, è stata fatta la nuova piattaforma ecologica, ci sono i sacchi gratuiti. La Seprio e il suo futuro sarà determinato dalla legge, che è stata sempre seguita».

 

Piano di governo del territorio.

La domanda riguarda il nuovo documento di programmazione territorio, che deve essere approvato entro fine anno, in sostituzione del Pgt. Quali previsioni di sviluppo? Ha cominciato a rispondere la Giammatteo: «È una scelta di condivisione, tra chi amministra e i cittadini. Si devono trovare le idee migliori attraverso la partecipazione, deve essere una scelta di condivisione». Castiglia: «Una corretta elaborazione del Piano deve partire da uno studio di quella che potrà essere la crescita demografia. A giudicare dagli appartamenti sfitti in città, credo proprio si debba stoppare ulteriore consumo di suolo. E non significa certo costruire in verticale». Cavalotti: «Il Pgt è un atto fondamentale. Il Prg del ’99 prevedeva che si arrivasse a 24mila abitanti, oggi siamo a 18mila. Il numero è condizionato dalle analisi che si devono fare, ma tutto deve essere condiviso con consultazioni. Dobbiamo fare conto anche di tutti gli immobili già costruiti e inutilizzati, senza prevedere altre costruzioni». Pipolo: «È sufficiente parlare di Pgt di pochi anni? Si deve parlare anche di 30-40 anni. Per farlo ci deve raffrontare con quelle che sono altre realtà di città più grandi, come quelle americane». Accordino: «Il Pgt non dice solo dove si può costruire, regola la viabilità e l’importanza dei quartieri. Gli strumenti per determinarlo sono complessi, dalle consultazioni pubbliche ai passaggi in consiglio. È una questione di come noi, come cittadini, vogliamo pensare la città nei prossimi anni». Crosta: «Oggi la realtà di Tradate è la stessa di 20 anni fa, non si è tolto un cm quadrato di verde. Oggi le aree verdi della città sono l’82 per cento del territorio, il rimanente 18 è la parte urbanizzato. Certo si è costruito, ma utilizzando aree dismesse. Oggi ci sono anche cose diverse come i parchi giochi. Il pgt manterrà quello che è stato fatto in questi anni e prevederà solo il recupero edilizio dei centri storici». Ha chiuso gli interventi Uslenghi: «È vero che si può non utilizzare il verde, certo, si costruisce in altezza, facile. Ma poi gli abitanti hanno bisogno di servizi. Il pgt è l’opposto del vecchio piano regolatore. Questo arrivava dall’alto, ma il pgt deve essere scritto coi cittadini. Ora, in comune c’è un gruppo di lavoro con dei collaboratori per la stesura del pgt, ma come consigliere comunale non ho mai visto su cosa stiano lavorando, nonostante abbia fatto richiesta ufficiale agli atti. I cittadini non sanno nulla, tiriamo fuori tutto dai cassetti e ripartiamo da capo». 

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Pubblicato il 03 Maggio 2012
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