Schiranna, i lavori slittano per i sassi sbagliati
Riunione tra Comune e Provincia per il cantiere del lungolago. L'assessore Clerici ammette il ritardo e spiega che è arrivata una fornitura di pietre diversa da quella preventivata. "E' un dettaglio, lo risolveremo subito"
Il ritardo nei lavori del lungolago della Schiranna dipende da un curioso imprevisto. La pietra acquistata dal comune per difendere la sponda, non è quella che era stata preventivata. Lo afferma l’assessore alla tutela ambientale Stefano Clerici, che aveva annunciato per lunedì mattina l’inizio delle operazioni, mentre gli escavatori oggi sono fermi. «Si è verificato un problema – rivela l’assessore – si tratta di un dettaglio tecnico, è arrivata una fornitura di sassi diversa da quella che la Provincia ci aveva chiesto, cioè il tipo di pietra da utilizzare non è esattamente quello che avevamo indicato». E perché la Provincia ha giurisdizione su questa materia? Perché le rive del lago sono un sic, un sito di interesse comunitario che va tutelato dal punto di vista ambientale e l’ente che ne ha la gestione è appunto la Provincia a cui bisogna riferire su lavori pubblici e dintorni. Ora, la vicenda è interessante. «Il problema più generale – aggiunge Clerici – è che dobbiamo fare in modo che il lago non si mangi le sponde nei prossimi anni. E quindi la “scogliera” di sassi che viene posizionata sul fondale davanti alla riva dev’essere perfetta. Meglio aspettare un giorno e fare una riunione in più che dover interrompere i lavori e metà».
Martedì mattina, ci sarà un incontro tra Provincia e Comune per chiarire il problema. Ma c’è la possibilità che si debbano ricomprare i sassi? «Non credo ci saranno problemi – afferma Clerici – troveremo sicuramente una soluzione».
Fin qui la versione dell’assessore comunale alla tutela ambientale (l’appalto è gestito dalla area IX, patrimonio, verde pubblico e tutela ambientale). Dalla provincia di Varese tuttavia arriva una versione leggermente diversa. Villa Recalcati sostiene che non vi sia stato un contrasto sulla forma dei sassi. Ma che comune e provincia, insieme, abbiano convenuto che sia meglio pensarci bene prima di iniziare i lavori. Già, ma perché? A guardare la scheda tecnica dell’intervento si legge «Costruzione di una difesa della sponda in pietrame tondo morenico (euro 4.725)». Insomma, forse martedì mattina ne sapremo qualcosa di più su sassi tondi e sassi a punta. Solo i tecnici possono dirci, infatti, se le pietre vanno bene lo stesso.
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