Lattuada e i giovani del Pdl: “Basta proibire il divertimento dei giovani”
Il consigliere comunale appoggia la protesta della Giovane Italia che sottolinea: "Purtroppo Busto a livello di intrattenimento sta offrendo sempre meno, dati i diversi cavilli burocratici"
Il consigliere comunale del Pdl Checco Lattuada e i giovani del Pdl di Busto intervengono con un comunicato in merito al sequestro preventivo del lounge bar Mia Beach di via Fratelli Rosselli a Busto Arsizio, ordinato dal Tribunale ed eseguito dai Carabinieri. Lo riportiamo di seguito.
Nelle ultime ore ci è giunta la notizia che un altro locale nei pressi del centro di Busto, il "Mia Beach" verrà chiuso con qualche giorno d’anticipo in seguito a lamentele dovute al rumore che disturbava la quiete del vicinato sprofondate poi con i sigilli del tribunale. Bisogna però ammettere che se il problema principale è veramente la musica troppo alta è risolvibile chiedendo semplicemente al locale di spegnerla dopo la mezzanotte o comunque un orario prestabilito come è parimenti risolvibile l’abuso edilizio finchè è dovuto da "tettoie non autorizzate" quindi rimovibili.
A parte il fatto che il "Mia" è uno dei pochi locali (forse anche l’unico) che ogni estate vivacizza la vita notturna e giovanile di Busto Arsizio, quello che però teniamo a sottolineare è che questo è l’ennesimo smacco che la burocrazia fa alla vita notturna e giovanile della città: purtroppo Busto a livello di intrattenimento sta offrendo sempre meno dati i diversi cavilli burocratici che negli ultimi anni hanno portato alla chiusura di locali, circoli e associazioni che offrivano pur sempre ai giovani una valida alternativa piuttosto che spostarsi nei comuni limitrofi per trascorrere le loro serate. Sollecitiamo quindi l’amministrazione a limitare tali interventi per evitare di rendere altrimenti "Busto una città morta", appellativo che data la sua rilevanza nella zona non può permettersi di avere.
"A questo punto la situazione è allarmante" – denuncia il consigliere Checco Lattuada – "non si tratta infatti di episodio isolato ma è l’ultimo di una serie, la città è prigioniera di una mentalità da strapaese, possiamo dare lezioni agli Amish che al nostro confronto sono dei turboprogressisti". Lattuada prosegue " e’ una storia che si ripete da vent’anni. La stessa Sede di Comunità Giovanile, quando ero presidente, venne sigillata per sei mesi perchè dalle rilevazioni risultava si che non superavamo i limiti ma la differenza tra i decibel in stato di quiete e i decibel registrati quando si suonava superava di mezzo decibel (mezzo decibel!!!!) il limite di differenza. Da allora chiunque ha provato a proporre divertimento in chiave giovanile ha trovato solo ostacoli a Busto. L’iniziativa del Mia Beach, nonstante il supporto dell’amministrazione (lo stabile è di proprietà comunale) ha dovuto fare i conti con una città che nonostante le velleità "metropolitane" è per mentalità assimilabile ad una brutta casa di riposo ( perchè la casa di riposo può anche essere un bel luogo dove concludere il transito terrestre ma questa invece rischia di essere una di quelle residenze che si guadagnano le colonne della cronaca nera per vessazioni, abusi….). Tra la chiusura di Comunità Giovanile e, dopo vent’anni, quella del MIA, molte altre realtà hanno faticato, cito a atitolo di esempio il Narabaj Village o l’Ardito Borgo. A questo punto chiedo al Sindaco, che è persona attenta all’argomento, di attivarsi per risolvere e dare una svolta".
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