Siccità: “Sette milioni di danni per l’agricoltura varesina”
Queste le stime di Coldirett che ha richiesto lo stato di calamità naturale. I più colpiti sono il settore cerealicolo e la produzione di latte
Supera i 7 milioni di euro, secondo le stime di Coldiretti, il bilancio dei danni patiti dall’agricoltura varesina a causa della siccità di questa estate. L’associazione ha richiesto lo stato di calamità naturale.
Per il presidente di Coldiretti Varese, Fernando Fiori la situazione è «drammatica e complessa, che va valutata dentro e fuori i confini della nostra provincia: la scarsità di terreni irrigui mette la nostra agricoltura in balia di un clima che, negli ultimi anni, ha registrato crescenti anomalie: anche le piogge dei giorni scorsi, tardive e limitate non hanno potuto migliorare la situazione».
A fine agosto, spiega l’associazione, chi ha potuto ha incrementato l’irrigazione artificiale, con un notevole aggravio di costi per le imprese.
Ad essere maggiormente colpiti sono il settore cerealicolo (con perdite che in alcune aree, soprattutto nella zona “bassa”, hanno superato il 50%, attestandosi comunque su una media provinciale tra il 40% e il 50%) e la produzione del latte, con un calo stimato in agosto tra il 15% e il 20%: «Per i bovini il clima ideale è fra i 22 e i 24 gradi, oltre questo limite gli animali mangiano poco, bevono molto e, di conseguenza, dalla mungitura si ottiene meno latte».
Stalle esposte a nord, ventilatori, doccette, cucce protette per i più piccoli e continui rifornimenti di acqua sono state alcune delle contromisure adottate dagli allevatori varesini.
Ma l’afa e le temperature, continua la Coldiretti di Varese, hanno tolto l’appetito anche ai maiali che hanno consumato fino al 40% in meno della consueta razione giornaliera di 3,5 chili di mangime e con un conseguente, sostanziale calo dell’accrescimento.
Il caldo ha pesanti effetti anche sulle galline, che hanno prodotto meno uova, e sulle api (produttrici dell’ottimo miele della nostra provincia) che hanno avuto difficoltà a prendere il polline e il nettare.
Danni ingenti si registrano in tutti i settori produttivi, in particolare per i comparti orticolo e floricolo: «Purtroppo ci attendiamo pesanti ripercussioni anche nel prossimo futuro» aggiunge il direttore Francesco Renzoni, riferendosi ai danni ribaltatisi a catena su tutti i comparti, in particolare sulla zootecnica: «Le gravi perdite del raccolto cerealicolo in campo, infatti, si stanno ripercuotendo sul mercato dei cereali: l’impossibilità di contare su raccolti propri obbliga gli imprenditori ad approvvigionarsi esternamente, con un’impennata di prezzi per quanto riguarda mangimi e farine».
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