“Il lavoro prima di tutto”. La Cgil scende in piazza

Molti i pullman in partenza da Varese. Il sindacato chiede risposte concrete e misure per rilanciare crescita, sviluppo e buona occupazione

Sabato 20 ottobre la Cgil maifesterà a Roma con  lo slogan "Il Lavoro prima di tutto".
«Non ci rassegnamo alla crisi profonda e strutturale – scrive la Cgil in un comunicato – che ormai da oltre quattro anni sta colpendo l’impresa, il tessuto produttivo e le condizioni del lavoro dipendente, pubblico e privato, nel nostro Paese. Per questo scendiamo in piazza: per sollecitare risposte concrete e avanzare, con il suo “Piano del Lavoro”, proposte alternative, mirate e innovative, per riunificare il mondo del lavoro, rimettere in moto la crescita e rilanciare lo sviluppo e la buona occupazione».
In Lombardia dall’inizio della crisi si sono accumulate richieste medie annue di oltre 250 milioni di ore di cassa integrazione. Oltre 175.000 sono stati i licenziamenti ufficiali, circa 500.000 i posti di lavoro persi; si è ridotto di oltre il 20% il tessuto produttivo, il tasso di disoccupazione è passato dal 4,5% a oltre il 7%. Il 75% delle assunzioni avvengono con contratti a tempo determinato, e la
precarietà aumenta con il lavoro nero, mettendo a serio rischio il futuro soprattutto delle nuove generazioni.
In provincia di Varese, nonostante la miriade di accordi di natura difensiva sottoscritti tra le parti sociali, il dato della disoccupazione sfiora l’8% (nel 2008 era il 3,5%), la disoccupazione femminile è al 9,4%, quella giovanile (tra i 15 e i 24 anni) tocca il 33,8% ma considerando la fascia fino ai 35 anni d’età sfiora il 41%.
Molte sono ormai le aziende che hanno chiuso, mentre altre, dopo mesi di cassa integrazione, di riduzioni degli ordini e di mancanza di adeguate politiche del credito, sono sull’orlo del fallimento. «E’ un’emergenza alla quale occorre dare nell’immediato quelle risposte che sono attese ormai da troppo tempo – continua il comunicato della Cgil -. L’allarme sociale è alto, e non può rimanere inascoltato. Non si esce dal tunnel della crisi con le politiche recessive e depressive del Governo. Così si comprimono la domanda interna e i consumi, mentre i tagli previsti alla spesa pubblica e al sistema sociale faranno pagare un prezzo altissimo ai ceti popolari, al mondo del lavoro e ai pensionati, finendo per prosciugare la ripresa e lo sviluppo. E’ ora di smetterla di aggredire i diritti del lavoro e dei lavoratori, lo stato sociale, il valore e la funzione determinante del lavoro pubblico nei servizi, nella sanità e nell’istruzione. Vanno invece aggredite le cause e le responsabilità di questa crisi globale e di sistema, e i problemi strutturali del nostro Paese, a partire dall’evasione ed elusione fiscale, dalla corruzione dilagante e dalle infiltrazioni mafiose, problemi che vanno affrontati e risolti. Senza politiche industriali, nazionali e regionali, di investimento e di indirizzo pubblico in economia, finalizzate a favorire innovazione, ricerca, sviluppo e crescita non si costruisce una prospettiva per il futuro del Paese e delle nuove generazioni. Non c’è giustificazione verso le rimozioni e i ritardi irresponsabili che hanno impedito di far fronte alla gravità della situazione. Il Governo, il mondo politico devono farsene carico, se vogliono recuperare la propria credibilità. Occorre mettere al centro dell’azione politica e delle scelte economiche il valore del lavoro».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 20 Ottobre 2012
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