Patto di stabilità per i piccoli comuni: sindaci preoccupati
Alessandro Boriani ha lanciato l'allarme per il 2013 e le difficoltà a garantire i servizi. Silvio Aimetti lamenta il danno per le realtà virtuose
Piccoli comuni in allarme. Dal 1 gennaio 2013, oltre ai tagli su trasferimenti, le amministrazioni con meno di 5000 abitanti dovranno sottostare al Patto di Stabilità.
Il Sindaco di Luvinate Alessandro Boriani si dice preoccupato: « Il governo dei nostri territori sarà così destinato ad una ulteriore complicazione, definita da ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) “irragionevole” ed “ingestibile” se applicata a “bilanci di entità ridotta, estremamente rigidi, e con una dipendenza quasi totale da fonti esterne per ciò che riguarda gli investimenti’’. Per la Provincia di Varese si tratta di 92 comuni su 141. È giusto dunque fin da subito avvisare i cittadini che dal 1 gennaio ci saranno difficoltà nell’offrire con le medesime modalità e tempistiche degli ultimi decenni risposte ed interventi ai bisogni segnalati». Perplesso si dice anche il primo cittadino di Comerio Silvio Aimetti: « Avrei capito se si fosse scelto di applicare il Patto di Stabilità a chi sforza il budget. Ma per tutte le realtà virtuose che hanno dimostrato flessibilità e rigore pur di mantenere i servizi alla popolazione, mantenendo gli
sforzi per far crescere l’economia locale, questa decisione è un’ulteriore penalizzazione».Aimetti ricorda la diversa composizione delle piccole amministrazioni che hanno poco personale e che vedono nella flessibilità la principale arma per contrastare tagli e riduzioni: « perchè complicare la vita a chi già cerca di risolvere i problemi con soluzioni ampie, blindando e complicando le regole del gioco?».
Boriani spera in una presa politica chiara da parte dell’Anci: « Ai tagli che graveranno sui bilanci nel 2013 per la varie riduzioni imposte dalla Spending Review, si aggiungeranno ulteriori e pesanti limitazioni. Rimane l’esigenza di esprimere pubblicamente il nostro dissenso. Mi auguro in particolare che la prossima Assemblea nazionale di ANCI possa essere il luogo per riaffermare tale esigenza. La buona politica -quella che si cerca di vivere nei nostri piccoli comuni, fatta di passione e gratuità- non va ostacolata, ma sostenuta ed incoraggiata».
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