Coldiretti preoccupata per il freddo

"La pioggia ha rallentato i lavori in campagna". E si teme il caro carburante

verduraPioggia e freddo rovinano i lavori di fine novembre nei campi e nei boschi del Varesotto: e, anche se in questi giorni il maltempo si appresta a concedere una tregua, gli imprenditori agricoli dell’area prealpina guardano preoccupati alla prossima settimana, quando la colonnina di mercurio potrebbe segnare ribassi molto marcati.
L’inverno sembra essere arrivato in anticipo – commenta il presidente della Coldiretti di Varese Fernando Fiori – e risveglia i timori dello scorso anno, quando tra gennaio e febbraio anche nella nostra provincia si videro cali record con parecchi gradi sotto lo zero.
Non lo neghiamo, le prospettive per l’inverno sono fosche e vengono alimentate anche dall’aumento dei costi di produzione per le imprese agricole, con un’autentica impennata – negli ultimi mesi – del gasolio utilizzato per il riscaldamento delle serre”.
Il rincaro dei carburanti si aggiunge, peraltro, a quello di mangimi, sementi, concimi, ecc: secondo i dati di Ismea, la nuova stangata sui mezzi di produzione ha portato ad un aumento dei costi che ha superato in pochi mesi il 3%.
Gli aumenti più evidenti riguardano i prodotti energetici, balzati alle stelle soprattutto a causa dell’energia elettrica, che oggi costa alle imprese oltre il 26% in più rispetto a dodici mesi prima.
La settimana che va a chiudersi è stata difficile per diversi agricoltori nella zona di Lonate Pozzolo, dove il torrente Arno ha superato gli argini martedì sera: alto il livello del lago Maggiore, mentre il fiume Po ha fatto si è alzato di metro e mezzo in meno di 24 ore, così come rilevato al Ponte della Becca, in provincia di Pavia.
“Si tratta di una progressione impressionante – aggiunge il direttore provinciale di Coldiretti, Francesco Renzoni – legata alle forti piogge che negli ultimi giorni hanno flagellato il nord Italia, giungendo ad allagare numerosi campi agricoli”.
Dopo un week-end dove potrebbe comparire la neve al di sopra dei 1000 metri, la settimana prossima il tempo dovrebbe stabilizzarsi al bello, ma arriverà il freddo.
Un freddo che, in quest’inverno 2012-2013, non preoccupa solo le imprese agricole, ma l’intera società civile: con la crisi e l’aumento insostenibile del prezzo dei combustibili sono infatti tornate le stufe e si riaccendono i camini, con un aumento record del 26 per cento delle importazioni di legna da ardere (i dati sono confermati dall’Istat già per i primi sette mesi del 2012), rispetto a dieci anni fa.
La tendenza a scaldarsi “a legna” è evidente anche nella fascia prealpina, in particolare nei paesi di collina e montagna che possono contare su una maggior facilità di approvvigionamento dai vicini boschi: in città, invece, è più frequente il ricorso alle stufe a pellets, un comparto dove l’industria italiana soddisfa oltre il 90% delle domanda sul mercato interno mentre destina quasi un terzo della produzione nazionale alle esportazioni.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 29 Novembre 2012
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