Morto alla Pedemontana, indagherà un pool di periti da Firenze
Il pm ha scelto degli ingegneri esperti nella sicurezza delle gallerie
Summit questa mattina, in procura, per l’inchiesta sulla morte di Costanzo Palmo, l’operaio di origine calabrese, travolto da una caduta massi, all’interno della galleria di Lozza, nel cantiere della pedemontana. Il pm Sara Arduini ha già indagato 3 responsabili del cantiere, ma le indagini, in questa fase, stanno procedendo verso una ricognizione, ad ampio spettro, sulla natura stesa delle lavorazioni effettuate in galleria. Non sarà un lavoro semplice. Sul tavolo del pm, oggi, si cono 6 faldoni di relazioni, in buona parte effettuati dai tecnici dell’Asl di Varese che, nei giorni scorsi, hanno completato tutti i rilievi sulle condizioni di lavoro (e dunque si presume in generale sulle condizioni del cantiere stesso).
L’inchiesta ha riflessi sociali ed economici molto importanti, oltre all’obiettivo di accertare le responsabilità, perché il cantiere della Pedemontana è un’opera pubblica fondamentale: chiarire se gli operai stiano lavorando in sicurezza, o stiano invece rischiando la vita ogni giorno, non è cosa da poco.
Il pm ha convocato i tecnici a cui affiderà, nelle prossime ore, la perizia sulla galleria e sull’uso degli esplosivi (che già qualche apprensione aveva causato in ottobre, quando alcune mine esplosero distruggendo i vetri delle case). I periti sono arrivati da Firenze, e si tratta di ingegneri dell’Asl del capoluogo toscano. Convocati non a caso, dato che hanno la professionalità giusta per capire se i lavori in galleria siano stati fatti con tutte le accortezze. La Asl di Firenze ha seguito da vicino i cantieri dell’alta velocità e ha una forte esperienza sul campo, data la conformazione del territorio, in merito alla realizzazione di tunnel e gallerie. E, di conseguenza, i suoi ingeneri sono tra i più qualificati sulle norme da seguire in questi casi, per evitare infortuni.
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