Camping sequestrato, il tribunale condanna tutti

Per il giudice si è trattato di una lottizzazione abusiva, disposta anche la confisca dell'area che non scatterà subito perché si attendono anche gli altri gradi di giudizio. Residenti in lacrime

Condannato il cda del campeggio Settelaghi, disposta la confisca dell’area. Si è concluso con una sentenza di condanna il processo dell’area camping di Azzate che, secondo le accuse, è una lottizzazione abusiva nata in violazione di norme urbanistiche e ambientali. Il tribunale ha confermato le accuse della procura: 1 anni di carcere con pena sospesa per il presidente del cda Alessandro Scandroglio, 6 mesi per gli altri quattro soci: Franca Brioschi, Maurizio Filippi, Stefano Sandoni, Tommaso Tancredi. La confisca non scatterà subito perché ci sarà certamente un processo in appello. Confermati i capi di imputazione più pesanti. Fuori dal tribunale erano presenti un centinaio di residenti, molti in lacrime. 

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In particolare le prime quattro accuse formulate dal pm Massimo Politi, tra cui la lottizzazione abusiva, ovvero l’aver diviso il terreno in lotti con scopi chiaramente edificatori, e non di allocazione di semplici strutture mobili, è stata riconosciuta dal giudice Anna Azzena, che ha anche condannato i soci del cda perché hanno consentito lavori edilizi che non potevano essere effettuati, come la trasformazioni di roulottes in casette stanziali, o ancora i lavori alle utenze fognarie. I soci sono stati invece assolti dall’accusa di aver occupato un’area demaniale, mentre un capo di imputazione è finito in prescrizione sempre in ordine al reato di aver fatto opere in un’area demaniale, come avevano chiesto gli avvocati difensori Alberto Zanzi e Fabio Ambrosetti.

Che cosa succederà adesso? Gli imputati faranno ricorso in appello. La confisca dell’area è stata disposta in conseguenza del reato di lottizzazione abusiva. Se sarà confermato fino in cassazione, il campeggio sarà confiscato definitivamente. I circa 450 titolari delle piazzole potrebbero a loro volta subire un processo, poiché nei loro confronti la procura sta procedendo separatamente, valutando ogni singola posizione. Il giudice oggi ha chiesto il ripristino di 6 piazzole alla conformazione originaria, quelle in cui i lavori avrebbero modificato con certezza la funzione originaria. Al comune spetterà trovare una soluzione sul futuro di questa gente, ed è certamente il dato più delicato. La confisca e il rispristino dell’area costerà un mucchio di soldi, chi pagherà? Rimane infine il lato sociale e umano della vicenda: Il popolo del camping era oggi in tribunale e dopo la sentenza si sono tutti radunati intorno a Scandroglio e agli avvocati. Diverse persone erano in lacrime, c’è chi rischia di perdere tutto.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 19 Giugno 2013
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