Caso Uva, ecco perchè il giudice ha rinviato tutti a giudizio
Nella sentenza il Gup Sala ha elencato una serie di considerazioni e rilievi che hanno determinato la decisione di un approfondimento dibattimentale. Per gli 8 imputati di omicidio preterintenzionale resta la carta Cassazione
Il giudice per l’udienza preliminare non può e non deve usare il parametro dell’innocenza degli imputati ma può solo sostenere la possibilità o l’impossibilità di sostenere l’accusa in giudizio. Su questo presupposto si basano le motivazioni che hanno spinto ieri, lunedì, il giudice per l’udienza preliminare Stefano Sala a mandare a giudizio i 7 appartenenti alle forze dell’ordine (ai quali va aggiunto l’ottavo perchè aveva chiesto il rito immediato) che la notte del 13 giugno 2008 procedettero all’accompagnamento in caserma di Giuseppe Uva, morto il giorno dopo in ospedale a Varese.
L’APPROFONDIMENTO – Nelle motivazioni si legge anche che le fonti di prova raccolte si prestano ad una molteciplità di valutazioni e sono uno stallo superabile solo con il dibattimento. Sala rileva anche che solo in dibattimento è possibile appurare se vi sia il nesso eziologico tra il prolasso mitrale di cui era affetta la vittima e la “tempesta emotiva” che le azioni degli imputati avrebbero scatenato fino a causarne la morte.
CE LO CHIEDE L’EUROPA – La recente pronuncia della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha precisato che lo Stato ha l’obbligo di garantire ai propri cittadini il pieno ed integrale rispetto del divieto di trattamenti disumani e degradanti imponendo allo stesso, anche sul piano procedurale, di assicurare i più opportuni e necessari approfondimenti investigativi in relazione ad ipotetici episodi di abuso al fine di fornire una spiegazione degli eventi che sia il più possibile plausibile e compatibile con i principi della Convenzione. Il giudice Sala cita la sentenza della Cedu che ha condannato l’Italia a pagare 15 mila euro di risarcimento a Dimitri Alberti, arrestato a Cerea (Vr) nel 2010 e il quale accusò i carabinieri che lo arrestarono di averlo picchiato causandogli la rottura di alcune costole ed un ematoma al testicolo (oggi Alberti è in stato neurovegetativo in una struttura sanitaria a causa di un attacco epilettico sul quale si sta indagando per presunti abusi da parte della Polizia Penitenziaria, ndr).
L’INCOGNITA CASSAZIONE – Infine c’è l’incognita generata dal ricorso presentato in cassazione dal difensore di alcuni degli imputati, Luca Marsico, il quale sostiene che non vi siano i presupposti per sostenere l’accusa di omicidio preterintenzionale che porterebbe gli imputati davanti alla Corte d’Assise il prossimo 20 ottobre. La Corte di Cassazione non si è ancora espressa su questa richiesta e, qualora dovesse ritenere il ricorso fondato, cadrebbe automaticamente l’accusa principale nei confronti degli 8 esponenti delle forze dell’ordine spostando il dibattimento ad un processo con un collegio composto da soli giudici.
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