“Accam un test per una nuova classe dirigente”

Claudio Mezzanzanica della segreteria provinciale di Sel prende posizione nel dibattito sull'inceneritore di Busto Arsizio perchè "attorno all’impianto di Busto Arsizio si gioca una partita simile a quella nazionale"

Claudio Mezzanzanica della segreteria provinciale di Sinistra Ecologia e Libertà, prende posizione nel dibattito sull’inceneritore di Busto Arsizio perchè "attorno all’impianto di Busto Arsizio, in piccolo si gioca una partita simile a quella nazionale". Ecco la sua lettera integrale.

Accam un test per una nuova classe dirigente. Potremmo titolarlo cosi il problema del revamping su cui insistono i dirigenti della azienda, alcuni ammininistratori locali e ,forse,alcuni organi di stampa. Perche’ attorno all’impianto di Busto Arsizio, in piccolo si gioca una partita simile a quella nazionale. Ci sono quelli che fingono di voler cambiare e quelli che vogliono cambiare sul serio. Fingono di voler cambiare chi a tutti i costi richiede una continuita;’ col passato. Allora avanti con l’inceneritore ,affiancandolo, in teoria alla fabbrica dei materiali. Magari andiamo avanti 10 anni e non 40 come vuole il management a bruciare i rifiuti. Magari diciamo cosi poi tra dieci anni si vedra’,anzi altri vedranno. Avanti dunque come 50 anni fa.
E’ cambiata la coscienza dei cittadini? Abbiamo imparato che i rifiuti sono una risorsa ? Sappiamo che un inceneritore e’ comunque un problema? Tutto vero ma via, siamo realisti ! un inceneritore e’ una garanzia. E allora ,dice chi vuole il revamping ,volete rischiare di cambiare? Gia’ proprio rischiare?
Gia’ perche’ uno sguardo al futuro crea il panico anche nella nostra piccola provincia. Anzi soprattutto in questa provincia. Incapace di pensarsi al domani e sempre alla ricerca di certezze nel suo non proprio glorioso passato. I cui fasti si allontanano inesorabilmente.
Diciamolo chiaro: ci sono tecnologie, ragioni industriali ed economiche che spingono verso la chiusura dell’impianto. I numeri del management sono un esempio di terrorismo economico. Basti pensare che il valorre capitale di 20 milioni e’ un valore del tutto fittizio perche’ il vecchio impianto non ha alcun mercato. Non solo ma il costo della bonifica ,mai inserito nei costi di gestione dell’azienda,cosa del tutto opinabile, e’ comunque da calcolare qualsiasi sia il momento in cui si stabilira’ la chiusura dell’impianto.
Persino gli oltre tre milioni di pezzi di ricambio a magazzino per un impianto avviato alla chiusura sono un pesante interrogativo sulla efficienza della gestione. Come fai ad aumentare il magazzino ricambi di qualcosa che si potrebbe decidere di chiudere?
E soprattutto come si fa a pensare di fare il revamping di un solo forno? E se si guasta? E quando va in ordinaria manutenzione?
E se tra 5 anni le politiche regionali raggiungeranno il loro obbiettivo e non solo l’impianto di Busto ma anche altri in Lombardia non avranno piu rifiuti da bruciare cosa faremo di un mezzo revamping?
Dobbiamo prendere atto che il revamping e’ frutto di un istinto conservativo che va sconfitto. Il mondo corre verso il riciclo e il recupero , la riduzione della produzione dei rifiuti. La buona amministrazione lavora in questo senso. Proprio cosi. Tocca agli amministratori dei comuni raccogliere le aspirazioni dei cittadini,farsi interpreti del cambiamento delle loro coscienze per cui le risorse e l’ambiente meritano attenzione e rispetto. Non distruzione. Oggi come 50 anni fa ,per la gestione dei rifiuti dobbiamo guardare avanti .Allora dalla discarica selvaggia si e’ passati all’incenerimento oggi dobbiamo proclamare rifiuti zero. Abbiamo sapere ,tecnica e risorse per poterlo fare. Tocca agli amministratori dei comuni che governano l’ACCAM metterci la volonta’.
Claudio Mezzanzanica
Segreteria Provinciale SEL 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 03 Dicembre 2014
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