Storie di Imprese

Officine Bronzi e la meccanica su misura

Settantuno anni di vita. Era il 1943 quando Carlo Mario Bronzi fondò le Officine che ancora oggi portano il suo nome

Officine Bronzi Arcisate

Settantuno anni di vita. Era il 1943 quando Carlo Mario Bronzi fondò le Officine che ancora oggi portano il suo nome. Un anno terribile nella storia del nostro Paese che la piccola impresa varesina ha attraversato sino ai giorni nostri, evolvendosi senza mai perdere la sua vocazione: servire le aziende del territorio fornendo loro macchine in grado di facilitare il lavoro. Oggi le Officine Bronzi di Arcisate, giunte alla terza generazione, contano cinque dipendenti e un collaboratore e dopo un biennio difficile, guardano con ottimismo al futuro, resistendo anche alle tante tentazioni del vicino Ticino.

Giorgio Bronzi, con i dovuti scongiuri, come fate a essere così longevi?
«Forse grazie all’esempio di mio nonno che, mi permetto di dirlo, era una persona di grande genio. Una dote riconosciuta da tutto il settore industriale del territorio. All’epoca si lavorava dal lunedì al sabato, dieci ore al giorno e a volte anche la domenica. È stato questa sua passione e dedizione al lavoro che ha creato le basi della nostra azienda che oggi, dopo 70 anni, riesce a stare ancora sul mercato».

Cosa producete?
«Progettiamo e realizziamo prototipi e macchine speciali tarate al 100 per cento sulle esigenze dei nostri clienti».

Può farci un esempio?
«Realizziamo, seguendo passo per passo, le richieste del cliente. Macchine che facilitino la produzione in serie. Automatizziamo i processi produttivi insomma. Le aziende manifatturiere ci sottopongono un’esigenza, può essere l’asservimento di macchine operatrici, l’immagazzinaggio o la movimentazione automatica, lavorazioni molto specifiche quindi. Per cui viene ideata e proposta una soluzione di automazione personalizzata, a volte anche di supporto al lavoratore»

Officine Bronzi Arcisate

Quale settore servite maggiormente?

«Il nostro business core è legato alle aziende della cartotecnica e in particolare a una nicchia della cartotecnica che è quella dei sacchifici industriali. Collaboriamo da anni, per fare un esempio, con il sacchificio Tordera di Varese».

Lavorate esclusivamente per il mercato italiano?
«Non esclusivamente. Alcune nostre macchine si trovano in Cina, Ucraina e Repubblica Ceca, ma prevalentemente lavoriamo con clienti che si trovano in Italia proprio perché seguiamo il cliente dalla A alla Z e quindi la vicinanza del cliente è un fattore importante per noi. Oltre alla progettazione, ci occupiamo anche della manutenzione ordinaria e straordinaria delle macchine».

Come vi trovano i nuovi potenziali clienti?
«Oltre ai clienti storici, i clienti ci contattano soprattutto tramite passaparola, come spesso capita anche nel 2014. Ci espone un’esigenza, che può essere del tutto nuova, quindi noi iniziamo a progettare una soluzione che vada a soddisfare le sue richieste».

Torniamo un attimo alla vostra storia. Nel tempo vi siete specializzati sempre di più, come è avvenuta questa trasformazione?

«Il passaggio generazionale è avvenuto verso la fine degli anni ’70, quando mio padre è entrato in azienda come ingegnere meccanico. Da allora ha potuto sviluppare sempre di più la parte di progettazione e questo ci ha permesso di allargarci dal settore della cartotecnica ad altri settori, anche molto diversi come quello meccanico, elettromeccanico o plastico».

Avreste l’esigenza di assumere un giovane?

«Qualche tempo fa abbiamo assunto una persona a tempo determinato, quindi al momento no. Ci tengo a sottolineare che avremmo voluto assumerla a tempo indeterminato, ma vuoi per la crisi, vuoi per la tipologia di contratti abbastanza “stringenti” per il datore di lavoro, abbiamo dovuto fare il passo proporzionato alla gamba».

Da imprenditore qual è la sua sensazione, inizia a percepire la ripresa?
«Diciamo che la mia impressione è positiva. Non so dire se è una vera e propria ripresa, di sicuro ci siamo lasciati alle spalle un periodo negativo. Per il momento le posso dire che guardo con fiducia al futuro».

Senta, qual è la migliore macchina che avete mai prodotto?
«La migliore macchina che abbiamo mai prodotto, eccezionalmente, è quella che abbiamo fabbricato per l’industria dell’ottica. Per un’azienda che ruotava attorno all’orbita Mazzucchelli. Una macchina complessa, lunga 50 metri e in grado di fare un’analisi qualitativa sulle lenti per occhiali. Dotata di una telecamera e di diversi componenti che permettono di avere un’analisi della lente in tempo reale, di scartare quella difettosa e di immagazzinare quelle pronte per essere vendute.

LO SPECIALE IMPRESA DELLE MERAVIGLIE

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OFFICINE BRONZI SNC DI ING. ENRICO BRONZI E C.
Via Maja, 13
Arcisate (Varese)
tel./fax 0332 470 394
info@officinebronzi.it
www.officinebronzi.it

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 18 Settembre 2015
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