Buona scuola: “La barca è pronta per navigare”

Presentato al liceo Marie Curie il rapporto provinciale sullo stato della scuola: aumentano gli studenti con disturbi cognitivi mentre la prossima sfida sarà l'alternanza scuola-lavoro

Buona scuola a Tradate

Oltre 130mila studenti in provincia di Varese, dalla scuola paritaria fino alle scuole superiori. E sono in aumento quelli che vengono seguiti a causa di disturbi dell’apprendimento, che oggi sono 4mila e 600. Altri 11mila sono stranieri con cittadinanza non italiana, divisi su diversi livelli, mentre vi sono poco più di 3mila disabili. È quello che emerge dal quinto rapporto della rapporto provinciale sull’Istruzione 2015,  “La Buona Scuola” (dati al 30 settembre 2015), durante una conferenza per docenti che si è svolta venerdì mattina, 9 ottobre, al liceo Marie Curie di Tradate. Sono intervenuti durante l’incontro: Claudio Merletti, dirigente At Varese; Angela Nadia Cattaneo, capofila Rete generale e dirigente scolastico; Rita Contarino, responsabile del Cts e dirigente scolastico; Claudio Lesica, responsabile ASVA e dirigente scolastico.

I numeri presentati riguardano i 413 istituti della provincia, che comprendono 308 scuole paritarie. Gli studenti nella scuole statali sono 107mila mentre quelli nelle scuola paritarie sono 25mila. Per l’anno 2015-16, vi sono 102 dirigenti e 8.157 docenti a cui si aggiungono 1.458 insegnanti di sostegno. In media nelle classi vi sono 23 studenti e vi è un docente ogni 13 alunni. Il costo annuo ad alunno, riferito al personale, è 4.368euro mentre quello per l’alunno disabile è di 18.337 euro.

«La barca è pronta per navigare nel mare della buona scuola – spiega in sintesi Merletti -. Il cantiere della buona scuola è aperto e in movimento già da anni. Adesso si passa al grosso patto per la gestione ottimale delle scuole».
Il rapporto presentato ha comunque visto la presenza di alcuni dati che fanno riflettere, come l’aumento del numero di studenti nella scuola pubblica: «È un dato non trascurabile, ma che non è da imputare a un boom demografico – ha motivato Merletti -. A causa forse della crisi, ci sono state meno iscrizioni nelle scuole paritarie, a favore della scuola pubblica. Infatti il numero totale è rimasto invariato. Anche la presenza di studenti stranieri è costante, infatti Varese non è una provincia dove vi è una forte incidenza, è nella norma e la stiamo gestendo, anche grazie a una politica di inclusione mirata, con docenti che girano i vari istituti per comprendere il grado inserimento dello studente».

Dove c’è stato un aumento, invece, è nel settore degli studenti con disturbi cognitivi, che devono essere maggiormente seguiti con percorsi formativi mirati. «Lo studente che una volta si leggeva come un po’ indietro, adesso si riconosce con determinate certificazioni – spiega Rita Contarino -. Questo aumento è dovuto a un aumento della tipologia delle complessità. C’è una variazione nel profilo cognitivo considerato nella norma e c’è un cambiamento di prospettiva per gli insegnanti, oltre alle funzionalità dell’alunno di adattarsi al contesto. Aumenta quindi il numero di alunni con disturbi specifici, che si aggiungono alle normali forme di disabilità». Lo stesso Merletti aggiunge che «Oggi si deve ripensare la didattica in forma inclusiva e quindi ripensare la didattica per tutti. Il fatto che siano aumentati gli alunni con disturbi cognitivi va nella direzione che si modifica sempre più l’offerta formativa per creare un miglior apprendimento per gli studenti».

Altro punto che sarà da affrontare nei prossimi anni per mantenere alta e buona la qualità della scuola, sarà l’alternanza scuola lavoro, estesa anche ai licei oltre che agli istituti tecnici. «Sarà un punto di ulteriore complessità non solo per le scuole, ma dal punto di vista delle imprese – spiega Nadia Cattaneo -. Per quanto ci siano tante aziende o enti pubblici pronti ad accogliere gli studenti, non sarà semplice gestire la massa di ragazzi, questo crea una nuova complessità da gestire. Anche se la scuola può trovare modalità come “l’impresa formativa simulata”».

In questo settore la Catteno sottolinea inoltre che «andrà anche guidata la famiglia a capire che l’alternanza scuola-lavoro entra nel curriculum dello studente. Inoltre dovremo far capire che probabilmente non tutte le ore potranno essere realizzate durante il normale anno scolastico. Potranno anche essere espletate durante l’estate e su questo chiederemo alle famiglie di cambiare mentalità per il bene dei loro figli. È il metodo didattico che viene ripensato».

Manuel Sgarella
manuel.sgarella@varesenews.it

 

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Pubblicato il 09 Ottobre 2015
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