Gianni Sparacia “svela” Gallarate Civica

Da mesi l'ex assessore dell'era Mucci, tra i primi promotori di Forza Italia, sta costruendo il suo progetto. Ora ci sono simbolo e nome

Gallarate

Si sono mossi con mesi di anticipo, sui social network, e poi anche con gazebo nel cuore dell’estate, nei vari rioni. E ieri sui social network è comparso anche il simbolo: Gianni Sparacia, l’ex assessore della giunta Mucci, tra i primi animatori di Forza Italia in città, ha pubblicato logo e nome di “Gallarate Civica“.

Una nuova associazione culturale, di analisi politica e di promozione sociale, dalla volontà e dalla passione per la città di Gallarate di Gianni Sparacia e dei suoi amici” spiegano oggi con una nota per presentare il progetto, che sta coinvolgendo man mano più persone. “Il denominatore comune, delle azioni e delle proposte che si adotteranno nel prossimo periodo, è la necessità di ritrovare e promuovere il principio stesso di una convivenza civile, in modo particolare per le nuove generazioni”. Non sfugge però a chi osserva l’orizzonte del 2016, con le elezioni amministrative ormai in vista: per ora chi lavora al progetto dice con estrema prudenza che Gallarate Civica «non è una lista, ma non è escluso che si trasformi in una lista».

Lo spirito di questa nuova avventura avviata da Gianni Sparacia e dai suoi è illustrato anche in un documento: “In periodi storici, come quello che stiamo attraversando, di disgregazione economica, ma soprattutto etica e culturale, gli effetti immediati, purtroppo molto diffusi, non possono essere che disorientamento, senso di precarietà, paura. In queste condizioni è facile perdere di vista il quadro complessivo, di non riuscire a dare le giuste dimensioni a quanto è accaduto in questi ultimi anni, di non percepire le reali possibilità di rinascita per una società avanzata come la nostra. È molto più semplice, spesso auto indulgente, trovare responsabilità e colpe nei giardini contigui piuttosto che cercare soluzioni a situazioni certamente complesse. Il danno peggiore però è il senso di sfiducia, inutilità e inadeguatezza, delle giovani generazioni. Questo porta ad un inaridimento delle volontà, della ragione e degli stessi motivi di convivenza civile. La stessa partecipazione politica, o il suo rifiuto, consolidatosi proprio in questi ultimi anni, sono effetto di un modello di pensiero che ha cercato eccessive semplificazioni sia nella proposta sia nella rappresentanza delle istanze. Di fatto, la politica, o meglio ciò che così viene impropriamente definita, è stata finalizzata innanzitutto alla raccolta del consenso più che al soddisfacimento di un progetto di sviluppo sociale. Al di là delle diffuse responsabilità, si è confusa, surrettiziamente, l’importante funzione di mediazione politica delle varie istanze con il mantenimento ostinato dello stesso sistema, proprio a discapito dei principi che fanno della politica un fattore di stabilizzazione e di pacificazione sociale. Creando, di fatto, una separazione fra rappresentanti e rappresentati. L’inadeguatezza del sistema di selezione della rappresentanza politica ha dato spazio a tanti che, per interessi non legati al bene comune, hanno indegnamente speculato sui bisogni primari delle persone e delle famiglie specie in questo periodo di forti disagi sociali: disoccupazione, aziende e negozi che chiudono, mancanza di credito, drammi economici e familiari inaccettabili per la nostra civile società, sfiducia, insicurezza sociale, un malessere corruttivo costante. Questa drammatica condizione, ovviamente, si avverte pesantemente anche sulla nostra Gallarate. È fondamentale però avere una visione più ampia dei fatti per sperare di comprenderli. Le nuove generazioni devono farsi carico, loro malgrado, di responsabilità decisive. Devono divenire soggetti e non rimanere oggetto di politiche troppo spesso demotivanti ed escludenti. Allo stesso tempo devono superare le pregiudiziali artificiose dietro le quali spesso si nascondono interessi e malaffare. Porre con decisione il concetto di rinnovata convivenza civile e di interesse generale. La Politica deve ritornare mezzo di promozione, di visioni sociali nuove e lungimiranti, e deve essere avvertita come tale. Deve rendersi presente e disponibile, avanzando un programma sociale di promozione, di sostegno, di manutenzione, anche sperimentando strade nuove. Deve dimostrare il coraggio di guidare una comunità complessa e in forte rinnovamento. Deve caratterizzare questo coraggio, oltre la semplice contabilizzazione di ciò che non si può fare, superando le posizioni radicali ed escludenti di movimenti politici usurati dalla loro stessa inconcludenza. È tempo di chiarezza, di onestà, di etica sociale. È tempo di fare i conti con la nostra Storia e con il futuro, che è dei nostri figli e della società che gli lasceremo”.

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Pubblicato il 20 Novembre 2015
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