Quando il lavoro fa discutere civilmente

Protagonisti dell'interessante tavola rotonda il deputato del Pd Angelo Senaldi, il presidente di Confapindustria Lombardia, Franco Colombo, e Vito Panzarella, segretario della Feneal Uil

Partito Democratico

Può accadere che mettendo attorno a un tavolo un politico, un imprenditore e un sindacalista, tutti e tre di livello nazionale, facendoli discutere del futuro del lavoro, se ne ricavi qualcosa di molto, molto buono.

È quanto è accaduto sabato scorso al Centro Congressi Monteruzzo a Castiglione Olona dove il deputato del Pd Angelo Senaldi, l’imprenditore  e presidente di Confapindustria Lombardia Franco Colombo e Vito Panzarella segretario della Feneal Uil hanno discusso del lavoro che cambia. Ad organizzare l’incontro il Pd del Seprio che raccoglie ben sette circoli (Castiglione Olona, Lonate Ceppino, Malnate, Tradate, Vedano Olona, Venegono Inferiore e Venegono Superiore) capaci di mobilitare in un uggioso sabato pomeriggio di dicembre un bel pubblico.

Il risultato sono state due ore di dibattito serrato e senza “paracadute” in cui i tre interlocutori hanno dimostrato una schiettezza che raramente si ascolta in un dibattito pubblico su un tema così delicato.

Senaldi ha spiegato con onestà intellettuale che la riforma del mercato del lavoro non ha tenuto conto nella fase di ascolto delle parti sociali. La lettura che ne ha dato il deputato del Pd è però più sistemica, ovvero quella riforma va inserita in un quadro che comprende una serie di provvedimenti di alleggerimento fiscale per le imprese e di innovazione generale del sistema. In altre parole, occorreva dare una scossa al Paese, e la scossa c’è stata.

Colombo che notoriamente non si tira indietro se c’è da battagliare, anche nei confronti degli imprenditori che rappresenta, ha detto che il Jobs act non crea posti di lavoro a tempo indeterminato perché il posto di lavoro, inteso nel senso classico del termine, non esiste più. «Molti imprenditori – ha detto il presidente di Confapindustria Lombardia – hanno assunto perché gli sgravi contributivi sono tali da renderlo conveniente». Nessun giudizio morale, ma una considerazione di fatto che andrà sottoposta a verifica tra tre anni. «Non che il Jobs Act sia negativo – ha continuato Colombo -. Per quanto mi riguarda sono più che felice se posso assumere, in Confapi abbiamo assunto 5 giovani e grazie alla tanto discussa Garanzia Giovani ne abbiamo formati 20 che hanno potuto rivendere quell’esperienza per trovare lavoro».

Per un sindacalista-sociologo come Vito Panzarella qualsiasi riforma che riguardi il mondo del lavoro non puo’ essere fatta senza ascoltare i lavoratori. «Non vorrei che il ministro Poletti quando dice che l’orario non puo’ essere più il metro per misurare il lavoro – ha detto il segretario della Feneal Uil – voglia reintrodurre il cottimo o spinga per la costruzione in Italia di un modello tedesco, ispirato alla cooptazione dei lavoratori».

Per Senaldi le parole di Poletti introducono nel dibattito in corso in Italia il tema dei nuovi lavori spesso svincolati dalle modalità classiche di svolgimento e quindi difficilmente inquadrabili con i vecchi strumenti. «Il compito del legislatore è allargare le tutele – ha precisato il parlamentare del Pd – ma in questa fase alcune forme di lavoro che già esistono, mi riferisco al cosiddetto “lavoro agile”, vanno ancora definite».

Gli 80 euro in busta paga fanno ancora discutere soprattutto per una questione di equità, tanto che Colombo e Panzarella si sono trovati d’accordo su un punto: quei 10 miliardi andavano usati diversamente o distribuiti con un diverso criterio. Certamente più equo.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 07 Dicembre 2015
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