Rapinò un negozio tre anni fa: arrestato latitante
I carabinieri lo hanno trovato in una comunità in Brianza dopo aver pedinato un famigliare che è andato a trovarlo
Deve scontare 2 anni e 8 mesi per una rapina commessa ai danni di un commerciante di Legnano. Lo aggredì portando via l’incasso della giornata, circa 1000 euro.
Ma da quell’anno la sua vita è stata un continuo andirivieni da carceri e luoghi di detenzione domiciliare. Pluripregiudicato per ogni tipologia di reato contro il patrimonio, furti, estorsioni, rapine, commesse sempre nell’area dell’Alto Milanese e dei confinanti comuni del Varesotto.
E’ durata cinque giorni la latitanza di F.P., pregiudicato 45enne, di Legnano che è stato condannato lo scorso 20 ottobre alla pena di 2 anni e 8 mesi dal Tribunale di Milano per rapina e lesioni. Dopo la condanna aveva lasciato la residenza senza comunicare il luogo dove aveva trovato rifugio.
Cinque giorni di lavoro ininterrotto per i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Legnano che, informati dell’emissione da parte dell’Ufficio Esecuzione Penale del Tribunale di Milano in data 24 dicembre 2015 di un Ordine di Carcerazione a suo carico, hanno avviato le indagini tese al suo rintraccio. I familiari negavano di conoscere dove si trovasse, ma le attività di intercettazione e di pedinamento effettuate dai Carabinieri hanno dato l’esito sperato.
Sono giorni questi in cui ci si ritrova tutti, in famiglia, anche quelli che non vogliono farsi trovare. Così, proprio pedinando un familiare, i Carabinieri sono arrivati ad una comunità della Brianza dove poteva trovarsi il ricercato. Appena effettuate ulteriori verifiche, stamattina è scattato il blitz. Richiedendo un colloquio alla stessa stregua di un visitatore, i militari hanno avuto accesso alla struttura e incontratolo, hanno informato F.P. del motivo della loro presenza: non una visita bensì la notifica del provvedimento restrittivo.
E’ ancora al vaglio la posizione del familiare che, inconsapevole, ha condotto i militari al rifugio del ricercato. Si stanno cercando elementi che confermino la conoscenza dello stato di “ricercato” dell’arrestato.
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