Siccità cominciano le preoccupazioni: “Non sprecate acqua”
Appello da parte dell’amministrazione all’uso con parsimonia per evitare interruzioni o razionamenti idrici. Record di secco, mancano precipitazioni dalla fine di ottobre
“Vista la scarsità dell’acqua, si consiglia di effettuare un consumo parsimonioso onde evitare di dover provvedere alla riduzione e regolamentazione dell’erogazione”.
È un consiglio, non un’ordinanza. Ma lo stesso, che è regola di buon senso, ha il sapore dell’avvertimento indiretto a cui tutti, guardando al cielo, hanno almeno una volta pensato: “Se non viene a piovere…”.
Per questo Eligio Castoldi, primo cittadino di Rancio Valcuvia, ha pensato di redigere un comunicato alla cittadinanza per avvisare che sì, il comune sta facendo verifiche sulla portata dell’acqua proveniente dal civico acquedotto, e che la portata viene monitorata quotidianamente dal personale comunale. ma che se la prima cura contro la siccità è la pioggia, la seconda è senz’altro un buon uso delle risorse disponibili.
“Si consiglia – recita quindi la nota – in via precauzionale di utilizzare l’acqua proveniente dal civico acquedotto per usi alimentari, evitandone sprechi inutili”.
Le ragioni di questa preoccupazione si leggono nell’ultimo rendiconto statistico disponibile realizzato dal Centro Geofisico Prealpino di Varese che riassume la situazione meteo nel mese di dicembre “quest’anno è stato quasi del tutto asciutto (eccettuate pioviggini dei giorni 21 e 24). Per trovare un mese di dicembre ancora più secco bisogna risalire al 2002 (solo 0.4 mm), ma anche il 2012 fece registrare un totale di solo 4.5 mm”.
“Il periodo di siccità ha coinvolto l’intero mese di novembre (ultime piogge significative il 28 ottobre) ed è terminato con la debole nevicata del 2 gennaio – dicono dall’osservatorio – . In totale ben 65 giorni senza piogge (ma ricordiamo che stiamo parlando del rendiconto di dicembre. i giorni sono ora molti di più ndr). Negli ultimi 50 anni solo due periodi di siccità sono paragonabili, nel 1997 (89 giorni dal 22 gennaio al 20 aprile) e nel 2003 (65 giorni dal 4 febbraio al 9 aprile)”.
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