Aime: “Basta coi saldi di inizio stagione”
L’associazione imprenditori europei chiede che le vendite ribassate seguano un criterio di stagionalità

La nota di Aime – Associazione imprenditori europei in merito alla questione dei saldi di fine stagione. L’associazione chiede che le vendite ribassate seguano un criterio di stagionalità
I saldi sono nati per favorire la vendita a costi ridotti di tutti i capi, le calzature, la merce in genere che segue la stagionalità.
Infatti si prevedono due periodi, fine inverno e fine estate.
La vendita con i saldi era, e dovrebbe essere, una procedura commerciale periodica e ridotta nel tempo.
Infatti, in teoria, non si dovrebbero trovare tutti i capi di qualsiasi colore o taglia, ma solo quelli che non si sono venduti nel corso della stagione.
La vendita in saldo è una vendita che chiede al commerciante di ridurre al minimo il proprio ricarico.
Quindi, il commerciante, come è evidente, rinuncia a una percentuale significativa delle sue entrate ma, haimè, non certamente le uscite; i costi rimangono invariati.
Per far sì che il sistema saldi sia ancora attuale e remunerativo per tutti i commercianti, si deve ampliare ulteriormente il periodo di vendite a prezzo pieno e spostare almeno di un mese l’avvio dei saldi.
L’inizio dei saldi invernali il 5 gennaio e i saldi estivi il primo sabato di luglio significa, nei fatti, promuovere gli sconti all’inizio della stagione, e non più alla fine come giusto che sia. Ricordiamo il calendario: l’inverno inizia il 21 dicembre l’estate il 21 giugno.
Ribadiamo, inoltre, che la vera denominazione dei saldi è: vendite di fine stagione.
Per evitare di favorire fughe in avanti di alcuni furbetti che, per stare nei costi di gestione, mettano in vendita dei prodotti fabbricati esclusivamente per i saldi, quindi certamente di qualità diversa rispetto a quelli trattati nel corso dell’anno, è indispensabile rivedere le norme che regolano i saldi.
Molte sono le catene che utilizzando le proprie fidelity card anticipando i saldi di alcune settimane creando, di fatto, una situazione di svilimento della campagna dei Saldi.
Non si può più pensare di continuare a legiferare ed approvare regole che solo una parte dei commercianti rispetta, i negozi di vicinato, mentre le grandi catene aziendali riescono, avendone la capacità economica, ad utilizzare i saldi per l’intero anno solare.
Di conseguenza o si riporta l’avvio dei saldi a fine stagione, quindi a fine febbraio e fine luglio, oppure si abbia la forza di eliminare i periodi obbligatori dei saldi e lasciare la libertà al singolo imprenditore di decidere i tempi e le modalità di vendere in saldo, ogni commerciante potrà decidere quando e per quanti
giorni vendere i propri prodotti in saldo.
Perseverare e confermare questa procedura significa nei fatti favorire solo una parte delle imprese, le regole o valgono per tutti o per nessuno.
Siamo disponibili a sederci intorno ad un tavolo per valutare le più opportune scelte.
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