La villa del boss diventerà rifugio per le donne vittime di violenza

Diventa del Comune di Legnano un bene confiscato alla criminalità organizzata e punta ad un accordo con il Centro anti-violenza della Rete Ticino Olona che aiuta donne in difficoltà

villa boss barranca legnano

E’ arrivato al traguardo il lungo iter per il definitivo trasferimento al Comune di Legnano della proprietà di un bene immobile confiscato alla criminalità organizzata.

Martedì prossimo il Consiglio comunale sarà infatti chiamato a votare una delibera che prevede l’acquisizione di una villa situata in via Pasubio 21 (rione San Martino) che nel 2012 era stata confiscata nell’ambito di una vasta operazione giudiziaria contro la ‘ndrangheta.

L’immobile era la residenza di Cosimo Barranca, uno dei principali esponenti lombardi di questa organizzazione criminale in Lombardia, coinvolto nell’operazione Infinito e condannato a 12 anni di reclusione e considerato il capo della locale di Milano. Gli atti processuali lo indicano come capo e organizzatore “con compiti di decisione, pianificazione e di individuazione delle azioni, delle strategie, impartendo direttive alle quali tutti gli associati dovevano attenersi”.

Il Barranca partecipava ai summit in cui la ‘ndrangheta definiva le strategie, gli equilibri relativi alle varie locali e nel corso dei quali venivano concesse cariche e doti agli affiliati, intratteneva inoltre rapporti con ambienti politici e amministrativi lombardi. Insomma, un vero e proprio boss della criminalità organizzata con solide radici calabresi.

L’immobile di via Pasubio è una vasta villa completamente recintata a due piani fuori terra e altri interrati, per un totale di 12 vani, con annesso un box di circa 70 metri quadrati. Il valore di mercato è di 300 mila euro. L’edificio si presenta in buone condizioni.

Un anno fa la Giunta aveva inviato all’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata una manifestazione d’interesse per l’acquisizione, a titolo gratuito, dell’immobile. La richiesta era stata successivamente accettata e ora, con il voto in Consiglio comunale, diventerà a tutti gli effetti definitiva.

La legge prevede che in questi casi la destinazione d’uso di tali beni debba essere esclusivamente per fini sociali. L’Amministrazione comunale sta valutando varie ipotesi ed è orientata a destinare una porzione della villa di via Pasubio a sede del Centro Antiviolenza della Rete Ticino-Olona, cioè una struttura di assistenza e accoglienza al servizio delle donne vittime di ogni forma di violenza, problema di drammatica attualità anche nella nostra zona.

Redazione VareseNews
redazione@varesenews.it

Noi della redazione di VareseNews crediamo che una buona informazione contribuisca a migliorare la vita di tutti. Ogni giorno lavoriamo cercando di stimolare curiosità e spirito critico.

Pubblicato il 20 Maggio 2016
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.