Non ho pagato il contributo volontario e la scuola mi penalizza

La protesta di una madre che si vede negata alcuni servizi per non aver pagato. La replica della scuola: sono servizi sperimentali

isis keynes

Il mancato pagamento del contributo scolastico fino  che punto può penalizzare lo studente?

La questione non è nuova: le scuole non ottengono finanziamenti adeguati a coprire tutte le spese e si rivolgono ai genitori chiedendo uno sforzo contributivo per poter organizzare attività e servizi non essenziali. Essendo volontario, però, il contributo si può anche non versare: una scelta che porta a penalizzare il rapporto tra scuola e famiglia.

Ed è proprio in questa situazione che si è trovata la signora Elisa che ha iscritto il figlio all’istituto Keynes di Gazzada ma ha scelto di non versare i 140 euro: « Io che sono madre so per esperienza che quando di denaro in tasca ce n’è poco, è mio dovere stringere la cinghia e fare qualche taglio aspettando l’ arrivo del momento migliore. La scuola dovrebbe fare lo stesso, non chiedere al contribuente più soldi ma rivedere la linea di intervento».

Ma quali sono i servizi negati alla signora Elisa e a suo figlio? «La scuola ci ha comunicato – scrive la madre    che per  l’anno in corso l’alunno pagherà le gite con maggiorazione e il prossimo anno a pagamento sarà il libretto cartaceo. Non abbiamo accesso al registro elettronico perché non abbiamo pagato il bollettino».

La signora si rivolge anche all’Ufficio scolastico regionale per denunciare le difficoltà a presentare la domanda di iscrizione all’anno successivo e ad ottenere la pagella elettronica, questioni risolte dopo una serie di chiarimenti con la segreteria.  L’Ufficio scolastico di Milano, da parte sua, chiarisce la natura del contributo e quali servizi può riguardare: «Il contributo non può in alcun modo inficiare l’iscrizione a un istituto superiori che, nel biennio, è obbligatoria e gratuita».

Rimane dunque fuori il PIN del registro elettronico : « Il registro elettronico nella nostra scuola è in fase sperimentale – chiarisce la dirigente Fausta Zibetti – rimane, dunque, quello cartaceo a far fede e ad avere valore. Circa la pagella, è stato chiarito con una circolare cosa dovessero fare quei ragazzi che, per qualsiasi motivo, non potevano scaricare la pagella da internet. Il problema del contributo volontario è delicato e ricorrente. Ogni volta il Consiglio di Istituto affronta la questione con grande attenzione: occorre, però, fare dei distinguo tra i servizi essenziali e quelli a cui si può accedere solo sostenendo economicamente gli sforzi della scuola. Il registro elettronico è stato considerato tra questi ultimi. Quando andrà a regime e diventerà il documento ufficiale, allora tutti dovranno potervi accedere e avranno diritto a una password. Fino a quel momento, invece, sarà un’offerta in più. La cosa che più dispiace in tutta questa vicenda è la mancanza di comunicazione diretta con la famiglia. Noi abbiamo attivato tutti i sistemi per rendere la famiglia consapevole di ciò che avviene a scuola. La mia porta è aperta: io sono sempre disponibile a chiarire e confrontarmi».

Questa la decisione del Consiglio di Istituto presa lo scorso autunno in merito al contributo volontario

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Pubblicato il 10 Maggio 2016
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