Prendersi cura degli altri. Il welfare secondo Johnny Dotti

L'autore di “Buono è giusto. Il welfare che costruiremo insieme” interverrà martedì 28 giugno alle 21 a Villa Cagnola

welfare

Se progettare un buon welfare, per dare risposte adeguate alla domanda diffusa di benessere e sicurezza, fosse solo un problema di efficienza economica, di riduzione di costi e attivazione di controlli, la sua realizzazione e il suo mantenimento si risolverebbero con il rispetto delle procedure previste dal legislatore e dagli accordi contrattuali tra le parti sociali.

Quelli elencati sono certamente aspetti importanti, ma non sono centrali perché il welfare è un’infrastruttura che si basa sui legami sociali e poggia su un sistema di relazioni che va alimentato con massicce dosi di fiducia e innovazione, ancor prima che di efficienza e tecnica.

Eppure, in un tempo che separa e confonde, ha prevalso  una visione consumista e individualista del welfare, vissuto come una conquista da difendere senza interrogarsi a fondo sulla sua natura.  Ma che cos’ è il welfare? A questa e ad altre domande sull’argomento hanno risposto Johnny Dotti (foto sopra) e Maurizio Regosa, rispettivamente un pedagogista e un giornalista, nel libro “Buono è giusto. Il welfare che costruiremo insieme” (Luca Sossella Editore). «Non un servizio, ma semmai una prospettiva, un modo di abitare insieme questa nostra società. È il cuore stesso della cittadinanza» hanno scritto gli autori nella premessa.

Il welfare è un tessuto che deve essere impregnato di senso e legami sociali, di condivisione e comprensione. Vuol dire prendersi cura degli altri, utilizzando diversamente la ricchezza e trasformando i costi in investimenti.

Johnny Dotti interverrà martedì 28 giugno alle 21 a Villa Gagnola a Gazzada Schianno per dialogare sul significato di welfare e presentare alcune proposte concrete e realizzabili. Introduce Eros Monti, direttore dell’istituto superiore di studi religiosi  di Villa Cagnola, conduce l’intervista il giornalista Michele Mancino. L’incontro è organizzato dalla Caritas e Pastorale sociale e del lavoro.

 

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

Il lettore merita rispetto. Ecco perché racconto i fatti usando un linguaggio democratico, non mi innamoro delle parole, studio tanto e chiedo scusa quando sbaglio.

Pubblicato il 28 Giugno 2016
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