Mirabelli e Alfieri: “Campiotti offende le Istituzioni”
Il commento di Fabrizio Mirabelli, consigliere comunale del Partito Democratico, dopo il rifiuto a presentarsi in audizione davanti alla commissione sanità della Regione Lombardia del presidente della Fondazione Molina Christian Campiotti
Il presidente della Fondazione Molina ha fatto sapere oggi che non parteciperà all’audizione di domani in commissione sanità del Consiglio regionale. La richiesta era stata avanzata dal Partito Democratico, prima firma del segretario regionale Alessandro Alfieri.
«Il rifiuto di Campiotti è scortese e irrispettoso – commenta Alessandro Alfieri, segretario regionale del Pd -. Sottrarsi al confronto con la commissione sanità significa ignorare completamente la legge che assegna alle Regioni, tramite l’ATS, la vigilanza e il controllo sulle fondazioni che operano nell’ambito socio sanitario e socio assistenziale, com’è la Fondazione Molina. L’audizione era un’occasione data a Campiotti per spiegare in una sede istituzionale le proprie ragioni e per dissipare ogni tipo di ombra. È davvero da irresponsabili non cogliere questa occasione».
«Come volevasi dimostrare, il presidente del Molina Campiotti ha rifiutato di presentarsi di fronte alla Commissione Sanità di Regione Lombardia. Esattamente come si era rifiutato di presentarsi di fronte al Consiglio comunale di Varese. Con una differenza sostanziale: il Molina incassa a integrazione delle rette risorse pubbliche provenienti da Regione Lombardia».
È il commento di Fabrizio Mirabelli, consigliere comunale del Partito Democratico, dopo il rifiuto a presentarsi in audizione davanti alla commissione sanità della Regione Lombardia del presidente della Fondazione Molina Christian Campiotti.
«Una nuova e grave offesa alle Istituzioni che conferma l’esistenza di una situazione davvero intricata e opaca e un grave danno di immagine all’ente che Campiotti rappresenta. E adesso? Cosa farà Regione Lombardia? Mi auguro che farà tutti i passi necessari per condannare un comportamento tanto arrogante e per pretendere la necessaria trasparenza – continua Mirabelli -. Da parte mia, insisto nel chiedere o le dimissioni da parte del presidente e del cda del Molina o la loro revoca da parte del sindaco. E’ vero! La giurisprudenza su questo punto non è concorde ma, in questa vicenda, non sono in gioco cavilli burocratico-legali. Si tratta di una questione etica su cui occorre avere il coraggio di prendere posizione dal punto vista politico».
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