Senza stipendio da 5 mesi: protesta alla Sacma spa
L'azienda metalmeccanica è in concordato preventivo ma i dipendenti non lavorano e non viene chiesta la mobilità. Cozma (Fim Cisl): «I lavoratori sono prigionieri di una scelta aziendale»
Sono 41 i posti di lavoro a rischio alla Sacma spa, azienda metalmeccanica di Crosio della Valle attualmente in concordato preventivo. I lavoratori e il sindacato hanno organizzato un presidio per cercare di sbloccare una situazione difficile. La Sacma, che produce macchine per lamiera, è in difficoltà già da qualche anno, almeno dall’inizio della crisi con fasi alterne sempre affrontate utilizzando gli ammortizzatori sociali e accordi sindacali per la cassa integrazione prima ordinaria e poi straordinaria.
«L’azienda è sempre più in difficoltà – spiega Marinela Cozma della Fim Cisl – e non si riesce ad intravvedere nessun spiraglio di luce, la prospettiva della ripresa nonostante le grandi potenzialità di questa realtà imprenditoriale è sempre più lontana. Si cerca di andare avanti con grande fiducia da parte di tutti, soprattutto dei lavoratori, alcuni dei quali hanno iniziato la loro esperienza lavorativa ancora minorenni e hanno visto nascere e crescere l’azienda».
Nel luglio del 2016 però i lavoratori hanno dovuto affrontare una dura prova, la “loro azienda” aveva chiesto la procedura di concordato preventivo e loro sono stati messi in cassa integrazione con pagamento diretto da parte dell’Inps e questo ha determinato una mancata retribuzione, per 5 mesi e ad oggi sono ancora in attesa di prendere l’indennità di cassa integrazione. Inoltre l’azienda ha chiesto la proroga del concordato e i lavoratori sono in una situazione insostenibile e senza nessuna prospettiva futura. «I lavoratori – continua Cozma – sono prigionieri di una scelta aziendale che non chiede un ulteriore ammortizzatore sociale, vista la situazione di concordato, non fa lavorare, non chiude l’attività e non vuole nemmeno aprire la procedura di mobilità per permettere a chi ha trovato un lavoro di essere assunto, visto che le aziende intenzionate ad assumere vogliono gli sgravi fiscali, e a chi vorrebbe trovarne uno di beneficiare di un sostegno al reddito in attesa di una nuova collocazione».
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