Troppi infortuni mortali: sciopero degli edili
Uno sciopero nazionale di un'ora per rivendicar maggior sicurezza nei cantieri. In Lombardia nel 2015 si sono registrati 152 infortuni mortali di cui 25 nella filiera delle costruzioni

I lavoratori edili hanno indetto per oggi, lunedì 7 novembre, lo sciopero di un’ora a livello nazionale sciopereranno per rivendicare maggior sicurezza sul lavoro. In Lombardia sono previste una serie di iniziative per sensibilizzare le imprese, le istituzioni e tutti i soggetti che operano nella filiera delle costruzioni (architetti, ingegneri, geometri, lavoratori autonomi, ecc.).
A Bergamo, Como, Lecco, Sondrio, Milano e Pavia le segreterie territoriali di Feneal, Filca e Fillea hanno incontrato i prefetti per sollecitarli a spedire una missiva al governo per accelerare il completamento di quanto previsto dal DLGS 81/2008 con la costituzione della patente a punti (strumento fondamentale per la selezione ed il sistema di qualificazione delle imprese), l’intensificazione dei controlli e l’aumento delle sanzioni in materia di sicurezza sul lavoro, il ripristino del Durc (documento unico di regolarità contributiva) nella sua forma originaria passando in tempi brevi alla certificazione della congruità e il contrasto al lavoro irregolare moltiplicatore di incidenti e di infortuni mortali.
Le assemblee con i lavoratori si sono svolte dalle rlst (rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza) in tutti i territori della Lombardia, tra cui anche il grande cantiere della riqualificazione della statale 36 (Morbegno) e in cinque grandi cantieri edili di Milano. La sicurezza sul lavoro deve essere considerata dalle imprese un investimento e non una spesa, deve essere considerata un prerequisito e non una variabile dell’organizzazione del lavoro.
«Di lavoro si deve vivere, non morire – scrivono i rappresentanti di Feneal Filca e Fillea -. Pertanto l’obiettivo è che i Lavoratori dopo una giornata di lavoro ritornino alla loro case tra gli effetti della loro famiglia. Per queste ragioni rivendicano l’applicazione del contratto collettivo nazionale edile a tutti i lavoratori impiegati in cantiere con l’obiettivo di assicurare una adeguata formazione, rivendicano uguali diritti e uguali prestazioni, rivendicano una efficace lotta alla corruzione e all’illegalità che sono foriere di mancate applicazioni delle norme legislative e contrattuali. Il fondamentale ruolo degli rlst, con la recente messa in rete a livello regionale, deve avere in futuro maggior efficacia ai fini del rispetto delle norme sulla sicurezza sul lavoro nella quotidianità del cantiere».
In Lombardia nel 2015 si sono registrati 152 infortuni mortali di cui 25 nella filiera delle costruzioni, in Italia si sono registrati 694 infortuni mortali (di questi il 22,5% nel comparto edile) e 632.000 gli infortuni insieme a 59.000 le denunce di malattie professionali. «La sicurezza sul lavoro e la lotta agli infortuni – concludono i sindacati di categoria – non è solo un problema sindacale, ma sociale, politico e istituzionale perché misura il tasso di rispetto che una società ha nei confronti di chi suda salario».
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