L’ospedale di Cuasso, una risorsa snobbata
Il Comitato in difesa dell'ospedale critica la gestione dell'emergenza del pronto soccorso: "Si è scelto di ricorrere a strutture private e non al presidio pubblico specializzato"
Il Comitato in Difesa dell’ospedale di Cuasso critica l’attuale gestione della “crisi del pronto soccorso”: « Non è assolutamente concepibile come un contingente stato influenzale, che sta colpendo gran parte dei cittadini della nostra provincia e non solo, possa cogliere di sorpresa i responsabili della gestione sanitaria provinciale, a partire dall’ ATS per passare alle ASST , costringendoli ad affrontare una “emergenza” – per altro annunciata – ricorrendo a “ letti-valvole di sfogo “ messi prontamente a disposizione delle cliniche private territoriali».
Il fatto che il presidio di Cuasso non risulti tra le risorse a disposizione dell’ASST Sette Laghi per gestire l’emergenza viene criticato: «Il nostro P.S. – con anni di sofferenza alle spalle – nonostante diversi interventi straordinari e subendo un carico spropositato di richiesta di intervento non poteva e non può , da solo, dare risposte efficaci ai cittadini. Vale a questo punto ricordare al D.G. dell’ASST Settelaghi” dr. Bravi, che l’Ospedale di Cuasso al Monte è parte integrante della sua struttura ospedaliera, e che da sempre ha come mission la cura e la riabilitazione dei pazienti cronici con patologia pneumologica legata anche alle riacutizzazioni bronchiali. Risulta quindi incomprensibile come, tra gli ospedali e le strutture private citate dalla stampa, non compaia l’Ospedale di Cuasso al Monte, l’unico ospedale aziendale, territoriale e pubblico!»
I rappresentanti del Comitato propongono una riflessione sul progressivo svuotamento del territorio con l’accentramento del servizio pubblico nel solo ospedale varesino: « Questa situazione paradossale si ripercuote solo ed esclusivamente sui cittadini soprattutto anziani che in molti casi, non potendo contare su una medicina di base e territoriale efficiente ed efficace, intasano oltre misura i P.S. Ci rammarica che questo aspetto della riforma sanitaria non sia ancora operativo. Una considerazione un po cruda, ma che scaturisce dalla sensazione diffusa , che non ci sia – diversamente da quanto indicato nella nuova carta regionale sanitaria – una presa in carico del paziente, ma un avvicendarsi di soluzioni tampone atte unicamente a gestire le emergenze in assenza di un progetto strutturato!»
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