“Sono un regista scomodo perché dico cose vere”

Lezione di cinema d'inchiesta per gli studenti dell'Università dell'Insubria che hanno incontrato il regista Renzo Martinelli che realizzato i film Vajont e Ustica

renzo martinelli all'università dell'insubria

“Inseguire i propri sogni con coraggio e testardaggine”. Così ha detto il regista Renzo Martinelli agli studenti dell’Università degli Studi dell’Insubria, nel corso della lezione che si è svolta mercoledì 12 Aprile, al Padiglione Morselli.

In un’aula piena di studenti, docenti e fan del regista divenuto famoso con i film dedicati al Vajont e a Ustica, il geologo e docente di “Comunicazione della scienza” e “Comunicazione delle Emergenze Ambientali” Federico Pasquaré ha introdotto brevemente la carriera di Martinelli prima documentarista, poi regista pubblicitario e di video musicali e infine di film di inchiesta.

Martinelli non ha solamente raccontato gli ostacoli incontrati nella realizzazione dei film, ma anche di tutte le opere di montaggio, regia e dei rapporti con i vari attori con cui ha lavorato.

La lezione si è concentrata sull’opera certosina di recupero delle fonti storiche e sui problemi incontrati, perché i casi che è andato a toccare appartengono alla nostra storia e suscitano ancora clamore nell’opinione pubblica.

Per realizzare Vajont si è dovuto scontrare con i cittadini dei paesi colpiti dal disastro, perché «loro si sono sempre sentiti traditi da chi fosse estraneo alla loro realtà (sopratutto dal governo)». La tragedia è stata definita da lui come «atto criminale compiuto dall’uomo».

Per Ustica, il percorso è stato uguale, se non peggiore. Il regista si è visto piovere molte critiche a causa della sua scelta cinematografica di far cadere l’aereo e molti giornali si sono rifiutati di intervistare sia lui sia gli attori. Anche di questo caso ha parlato del lungo lavoro per raccogliere le fonti e “della grande disinformazione che ci fu negli anni ’80 per nascondere la verità sull’incidente”.

Martinelli ha successivamente parlato del suo ultimo progetto, il film sulla morte di Benito Mussolini, di cui è già uscito un libro dal titolo “Kill Benito”. Si tratta di un lavoro molto complesso perché si scontra con la Storia e cerca di fare chiarezza sui tanti discorsi che si fanno da 70 anni a questa parte.

La lettura gli sta rallentando la produzione: « Si vuole impedire l’uscita del film sulla morte del Duce – ha raccontato il regista – perché io dimostro che sia stato ucciso dai servizi segreti inglesi e non dai partigiani. Così come parlo dell’oro di Dongo, e dello scontro tra il Capitano Neri e i vertici del Partito Comunista Italiano per i soldi che erano stati rubati agli ebrei italiani (il primo e altri volevano ridarli e i secondi invece no)».

Il regista ha infine affrontato la questione delle querele che riceve per i suoi film, dicendo: «Sono all’ordine del giorno, il lavoro che faccio io è quello di raccontare verità scomode».

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Pubblicato il 13 Aprile 2017
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