Varese, referendum sul sindaco: tre strade possibili

Lettera di Mattia Colombo, rappresentante in commissione bilancio per il Gruppo Misto

centrodestra varese

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

 

Egregio Direttore,
E’ passato ormai quasi un anno e mezzo dalle elezioni comunali del 2016, ma la promessa del neosindaco di Varese di indire un referendum sul proprio stipendio non si è ancora realizzata, nonostante le varie rassicurazioni che la consultazione sarebbe stata organizzata entro settembre 2017.

Come Alternativa Costruttiva, ricordiamo che il programma elettorale PD prevedeva quanto segue: verrà svolta una “consultazione annuale on-line senza alcun costo per il Comune: i cittadini sceglieranno una parte del compenso del Sindaco in funzione dei risultati raggiunti. Il resto verrà donato al sociale”. Posto che si è già espressa la nostra contrarietà a mettere in discussione lo stipendio di un rappresentante legittimamente eletto, quale è un sindaco, e che la dichiarazione ci è sempre apparsa più una boutade populista in stile “renziano” che una proposta condivisibile,
invece, riterremmo molto più utile verificare periodicamente mediante un’indagine demoscopica l’operato del sindaco e della giunta.

L’ideale sarebbe l’istituzione di un osservatorio permanente su base statistica, in grado di supportare le decisioni dell’amministrazione relativamente ai grandi progetti (stazioni, caserma, teatro, piano sosta, ecc.). Dato che il periodo appena successivo alla
chiusura di Nature Urbane potrebbe apparire “machiavellicamente” il momento più favorevole per tastare il polso alla cittadinanza di Varese, forse mediamente di umore migliorato rispetto, ad esempio, ai giorni di avvio del piano sosta, e che, pertanto, nei prossimi giorni ci potrebbe essere l’annuncio del referendum da parte del neosindaco, di seguito vorremmo fornire alcune note metodologiche in merito, sulla scorta delle competenze da noi maturate sull’argomento.

Sarebbe auspicabile, infatti, che le regole di ingaggio venissero definite e condivise prima, magari anche con le minoranze, ma forse chiediamo troppa grazia. Ciò detto, tre sono – a nostro avviso – le strade perseguibili:

1) Condurre un sondaggio on-line utilizzando un software gratuito (es. SurveyMonkey) o altro motore di calcolo sul sito del Comune o di un media locale; il campione si auto-selezionerebbe (solo risposte volontarie di “tifosi” contrapposti) e non sarebbe rappresentativo della popolazione di Varese. In altri termini, i risultati sarebbero contestabili e, pertanto, inutilizzabili.

2) Condurre un sondaggio “ad hoc” su un campione statistico rappresentativo; la controindicazione sarebbe rappresentata dal costo (ad esempio, per un campione “robusto” di oltre 600-1.000 individui interpellati mediante interviste telefoniche CATI il costo di un’indagine affidata a un istituto primario e riconosciuto si potrebbe aggirare sui 10-15.000 euro e oltre). In questo caso i dati, pur soggetti a errore statistico, sarebbero validamente spendibili.

3) Utilizzare un benchmark esterno riconosciuto di valutazione dell’operato dei sindaci. In Italia i più autorevoli e noti sono il “Governance Poll” di IPR Marketing, pubblicato sul Sole 24-Ore (1 rilevazione all’anno con pubblicazione dei dati a gennaio), che chiede espressamente agli intervistati se voterebbero a favore o contro l’attuale sindaco (a gennaio 2017 quello di Varese era all’80° posto con il 50% del gradimento); oppure, l’IndexCittà (già CityMonitor) di Index Research (2 rilevazioni
annue, a giugno e dicembre) finalizzato a determinare la soddisfazione complessiva relativa all’operato di sindaco e giunta e ai principali servizi erogati dal Comune (es. strade, rifiuti, ecc.).

Mentre con il primo sussisterebbe il rischio di considerare il risultato come una ripetizione annuale surrettizia del risultato delle urne, cosa a nostro avviso da evitare nel rispetto del voto democratico e dei tempi della democrazia, il secondo, invece, parrebbe più adeguato allo scopo, in quanto finalizzato a misurare la soddisfazione del cittadino (“citizen satisfaction”).

Da rilevare che mentre il “Governance Poll” è liberamente disponibile al costo di una copia del Sole 24-Ore, i risultati di IndexCittà sono resi pubblici solo se la soddisfazione per il primo cittadino è superiore al 55% (ciò non è avvenuto nelle ultime due rilevazioni disponibili dalle elezioni 2016). Il costo del pacchetto dati completo sarebbe di alcune migliaia di euro, ma inferiore a quello di un’indagine “ad hoc” per Varese.

Restiamo a disposizione.
Cordialità

Mattia Colombo
Alternativa Costruttiva
Gruppo Misto – Comune di Varese

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 09 Ottobre 2017
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