Gamberi e procioni, gli alieni che ci invadono
Una intrigante mostra ai Musei Civici spiega l'arrivo di animali e piante che creano problemi al nostro ecosistema
La conquista dell’Italia da parte di piante e animali introdotti dall’uomo parte da lontano: fin dal 700 ad esempio è stata introdotta in Lombardia la robinia, una pianta che noi consideriamo locale, ma che invece proviene dall’America. Una mostra a Villa Mirabello, Varese, nei musei civici consente di saperne di più.
(nella foto, il procione in mostra proveniente dal Nord America)
Gli scoiattoli grigi nordamericani ad esempio furono introdotti negli anni Quaranta in Italia da un diplomatico che ne apprezzava le caratteristiche affettuose nei confronti dell’uomo, ma non immaginava che invece sarebbe stato aggressivo e malvagio verso lo scoiattolo rosso autoctono. Che è magari meno espansivo, ma è pur sempre il padrone di casa.
Nella piccola mostra di Varese si possono vedere una serie di mammiferi imbalsamati tra i più comuni, come il procione o la nutria, ma anche leggere la storia della loro introduzione.
In vasche di acquario vi sono poi conservate rane, gamberi e tartarughe. Una rana chiamata Xenopus ad esempio è arrivata in Sicilia dall’Africa a pare sia particolarmente vorace. A vederla nella teca appare tranquilla, ma i ricercatori ammoniscono: “Spesso piante e animali introdotti per fattori estetici hanno creato disastri, é invece la loro funzione nell’ecosistema che va valutata”.
Tra le fotografie esposte vi è quella del Cinipide del castagno originario della Cina, che solo ultimamente è stato colpito a dovere grazie all’introduzione dei una vespetta che rappresenta il suo predatore naturale e che è stato introdotto dopo una campagna di studio proprio in Cina.
Ha funzionato, mentre invece sono ancora molto diffusi il pesce siluro nel Po (introdotto a scopo di divertimento) e il Gambero della Louisana nel lago di Varese (introdotto per allevamento a scopo alimentare). Il “nostro” gambero rosso, proveniente dagli Usa, mangia larve e insetti in quantità e può rappresentare un problema perché divora i predatori delle zanzare.
La gambusia invece è un piccolo pescetto che fu introdotto in Italia durante le bonifiche, perché è ghiotto della zanzara anofele e ci ha aiutato a sconfiggere al malaria, ma è ghiotto anche di tutto il resto ed è uno dei predatori provenienti dal Nord America inseriti nella black list delle specie più aggressive e invasive.
Nella Palude Brabbia a Varese da una ventina d’anni è invece presente il Panuro di Webb. Asia e Usa sono i luoghi da cui provengono gli invasori, perché hanno gli stessi climi europei, ma fino a quando non arrivano i predatori naturali possono agire indisturbati. Le specie si spostano da sempre, ma con lentezza: introduzioni improvvise possono creare squilibri. Vale anche il contrario. Negli Usa nel Novecento vi fu un disastro ambientale perché degli appassionati di Shakespeare decisero di introdurre nei parchi tutti gli animali citati nelle opere del drammaturgo inglese. Liberarono degli stormi, che uccisero tutti gli uccelli autoctoni.
La mostra ai Musei Civici di Villa Mirabello è visitable dal 24 novembre al 27 maggio 2018. Poi girerà anche altrove. E’ organizzata da Università dell’Insubria di Varese e e Comune di Varese.
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