La rete sociale accompagna chi è in difficoltà con la casa
Niente più contributi a fondo perduto, ma percorsi concordati per superare le difficoltà: è la scelta della rete Revolutionary Road, che ha aiutato anche famiglie samaratesi

Non una risposta per tutti, ma una risposta per ciascuno. Questa è l’idea del progetto Revolutionary Road #oltrelacrisi che, da un anno e mezzo, è attivo anche nel comune di Samarate, con l’obiettivo di sostenere le famiglie vittime della crisi, offrendo un sostegno e favorendo l’acquisizione di nuove competenze da parte di quanti cercano lavoro e devono gestire difficoltà abitative.
Il progetto è stato attivato nell’ambito del territorio di Gallarate e Somma Lombardo, ad un anno e mezzo dal suo avvio ha coinvolto 18 comuni.
Il bilancio del progetto a Samarate tratto dal sindaco Leonardo Tarantino, dalla consigliera delegata alle politiche sociali Nicoletta Alampi e dalla coordinatrice dell’Area casa di Revolutionary Road Roberta Bettoni, è positivo, per i risultati ottenuti dal progetto e per le misure attivate nell’ambito Casa nel territorio di Samarate.
Otto le famiglie che hanno intrapreso un percorso con il sostegno della rete Revolutionary Road. Cinque famiglie hanno concluso in modo positivo il percorso e sono state accompagnate da una situazione emergenziale di sfratto verso una nuova locazione. Quattro di queste hanno migliorato la propria situazione debitoria, una ha avuto la possibilità di ristrutturare il proprio debito con la consulenza legale e l’educazione finanziaria, tutte hanno aumentato le proprie competenze e raggiunto un grado di autonomia maggiore. Altre tre sono invece le famiglie ancora all’interno del progetto, che stanno realizzando il proprio percorso di superamento della criticità.
A Samarate anche gli amministratori si sono mobilitati e si sono messi in gioco in prima persona, impegnandosi nella governance del progetto e nella sua attuazione. La consigliera Nicoletta Alampi è membro del gruppo tematico Casa e della Direzione strategica del progetto, sta seguendo da vicino il progetto: «Abbiamo avviato nuove strategie, innovative, nella direzione indicata da Regione Lombardia e Uuropa della programmazione in rete, uscendo contemporaneamente dalla logica dell’elargire a pioggia senza progettualità». Un approccio innovativo che «sarà interessante mantenere anche quando finirà il trienno del progetto».
In generale Revolutionary Road è nato con l’ambizione di individuare e definire percorsi innovativi per affrontare un tema complesso come quello dell’abitazione.
«Tutte le misure prevedono l’attivazione del beneficiario, che non è oggetto passivo ma protagonista» spiega Roberta Bettoni. «Se non aiutiamo le persone a trovare una soluzione duratura, il problema si ripresenta. I contributi economici si usano dunque sia per risolvere le situazioni di morosità, ma anche per cercare nuove soluzioni più sostenibili per le famiglie».
Accanto ai servizi tradizionali di supporto sono state attivate così varie azioni non consuete: si parte dall’accompagnamento al nucleo familiare e percorsi di educazione finanziaria per generare fiducia, contenere le morosità nel tempo, elaborare piani di rientro, mediare con i proprietari, ricercare nuove locazioni e migliorare la gestione del bilancio familiare (e a volte si scoprono anche truffe subìte dalle persone in difficoltà. Ma ci sono anche passaggi ancora più “concreti”: ad esempio le famiglie aiutate vengono coinvolte in attività di supporto all’allestimento della soluzione abitativa stabile, come traslochi e imbiancature. Non sembra, ma per nuclei in difficoltà e spaesati, a volte anche quello dell’uscita dalla casa perduta rappresenta un problema che ritarda soluzioni più sostenibili e incancrenisce i problemi.
Ci sono poi anche i gruppi di Mutuo Aiuto, che spingono le persone a confrontarsi sui problemi economici, «senza abbandonarsi all’isolamento che rischia di sfociare in depressione». O ancora lo strumento dei prestiti vitalizi ipotecari, che consentono alle famiglie di proprietari di casa («spesso anziani, persone non disagiate ma a rischio di impoverimento») di integrare il proprio reddito, spingendosi fino a forme di co-housing.
Poi ci sono anche operazioni più “istituzionali”, per la prevenzione del disagio abitativo, come l’avvio di un fondo di garanzia per gli affitti finalizzato ad aumentare la fiducia sia di solvibilità dei proprietari verso i locatari, sia di buona conduzione dell’alloggio, spesso impossibilitata dall’effettiva difficoltà delle famiglie di sostenere le spese. E ancora la rete ha lavorato per favorire il rinnovo degli accordi territoriali per la stipula dei contratti a canone concordato, «che era bloccato dal 1999, con l’eccezione di Gallarate».
Le misure sono state avviate nei vari Comuni (diciotto in totale) dei due ambiti di Somma e Gallarate. Al di là dei numeri samaratesi, in totale sull’area casa sono stati avviati 104 progetti. «Quarantatre percorsi si sono conclusi positivamente, con il raggiungimento degli obbiettivi concordati anche con il beneficiario. Di questi 20 prevedevano una nuova locazione, 6 passavano dalla ristrutturazione del debito. debito».
Altro versante, quello dell’ambito occupazionale, dove la sfida è sicuramente più ardua e impegnativa (e oggetto di polemiche: l’amministrazione di Gallarate è stata critica). Anche su questo fronte Revolutionary Road ha iniziato a ottenere risultati: a Samarate sono stati promossi 3 tirocini, realizzate 4 assunzioni e attivata una collaborazione. Se si prendono in considerazione invece tutti i 18 Comuni, invece, sono stati avviati 89 percorsi di accompagnamento alla ricerca del lavoro, promossi 23 tirocini, realizzate 24 ssunzioni e attivate alcune collaborazioni .
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