Una passeggiata lungo il torrente Vellone

Teresio Colombo escursione Vellone

Continuano le escursioni promosse dal nostro affezionato lettore Teresio Colombo. Ecco il racconto del suo gruppo, con l’annuncio anche della terza escursione

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L’escursione al Torrente Vellone 4 di 12

 

Cari lettori,
come per le prime 2 uscite avvertiamo che sabato 24/2 alle ore 9.30 avrà inizio una breve escursione alle sorgenti del Tinella uno fra i più rilevanti immissari del lago di Varese, la zona e stata oggetto 2 anni fa a sistemazione idraulica e forestale è previsto che si osservino Pini, Querce, Castani, Agrifogli e Nocciuoli. nonché i fiori stagionali compresa la fragola secca
L’uscita su un percorso di poco superiore al km è senza dubbio adatta anche ai bambini.
Il gruppo degli escursionisti si ritroverà al Poggio di Luvinate all’inizio del sentiero dieci.

Percorso lungo il Torrente Vellone 10 febbraio 2018. Seconda uscita.

Sabato 10 febbraio 2018, alle ore 9.15, in seguito alla comunicazione di Teresio Colombo su Varese News, appassionati di natura, ma soprattutto di botanica ci siamo incontrati in Piazza San Stefano in Velate per percorrere il sentiero del Torrente Vellone, lungo il quale in questo periodo si può osservare e ammirare le fioriture del bucaneve e del campanellino di primavera.

Percorriamo il sentiero che da Velate va a Sacro Monte lungo il Torrente Vellone, corso d’acqua che nasce sul Monte Pizzella, del Massiccio del Campo dei Fiori e più precisamente a nord di Santa Maria del Monte. Durante il primo tratto osserviamo una vecchia fornace di mattoni, che sono serviti a costruire le cappelle della Via Sacra. Il letto del torrente Vellone nel primo tratto si presenta completamente secco, in quanto l’acqua scorre sotterranea .

Il Vellone è un torrente che scorre in una valle carsica degradante verso sud, che taglia in alcune parti il sistema carsico, mette in luce i suoi splendidi strati ricoperti in parte di muschi e di felci.
Il sistema carsico, ivi presente, testimonia un aumento dell’energia del rilievo durante la formazione del Massiccio che ha poi portato, in alcuni tratti visibili, la parete rocciosa ad essere inclinata.

Percorrendo il sentiero boscato sistemato da pochi anni, all’improvviso Nicolas, avventuriero bambino della nostra comitiva, ha trasalito vedendo un cinghiale morto, in parte squartato, disteso sul greto del torrente.

Poco dopo un branco numeroso di cinghiali attraversa a mezza costa il versante della valle di fronte a noi: andavano di fretta.

Proprio in quel tratto l’acqua del Vellone lambisce la roccia vestita di muschio dove domina la bellissima felce, chiamata lingua di cervo o Phyllitis scolopendrium (L), per le sue foglie a forma di lingue che ricercano la luce.

Salendo verso Sacro Monte osserviamo il bucaneve, Galanthus nivalis (L) che oggi buca il terreno bagnato non essendo in questi giorni nevicato. Il fiore è costituito da sei tepali bianchi o perigonio, i quali sostituiscono sia i sepali che i petali. I tre tepali esterni sono interamente bianchi e disposti a stella. I tre tepali interni bilobati presentano un cuore di colore verde chiaro o giallastro disegnato sulla pagina interna, mentre sulla pagina esterna è disegnata una V rovesciata sempre di colore verde chiaro o giallastro. Successivamente incontriamo il campanellino di primavera Leucojum vernum (L), spesso confuso con il bucaneve, con le sue campane orlate di macchie verdi lucenti come gocce di rugiada. Il campanellino in effetti si presenta come una campana profumata con sei tepali di colore bianco e, all’apice di ogni tepalo una macchia verde chiaro o giallastra. Entrambe sono della famiglia delle Amaryllidaceae. Qua e là appare nella sua grande bellezza l’anemone epatica o Hepatica nobilis Schreb della famiglia delle Ranunculaceae, le pagine inferiori delle foglie trilobate ricordano la forma e il colore del fegato, infatti il nome deriva dal latino hepar che si traduce in fegato. Tutte le tre piante sono velenose.

Durante il ritorno ci fermiamo ad ammirare le marmitte dei giganti, buche circolari prodotte per erosione da sassi fatti roteare dalla forza dell’acqua del Vellone. Sono formazioni del Pleistocene periodo in cui si spostarono grandi quantità di materiali rocciosi per le continue formazioni di ghiacciai. Lungo il percorso il sentiero è accompagnato da un muro a secco ricoperto completamente da muschio e da felci della specie Asplenium trichomanes (L) altrimenti chiamato falso capelvenere.

Finiamo il percorso all’interno di un bosco ricco di tassi, frassini. agrifogli, noccioli e pungitopi con le sue bacche di colore rosso vivo.

Vi aspettiamo alla prossima uscita : chiunque è il ben venuto.

Giovanni Pinesso

Redazione VareseNews
redazione@varesenews.it

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Pubblicato il 21 Febbraio 2018
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