Il Pd è in crisi di identità. Una fase molto interessante

Angelo Senaldi, ex deputato, e il giurista Vincenzo Salvatore neotesserato su esempio del ministro Carlo Calenda commentano l'attuale fase del Partito Democratico

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Erano tutti e due al Salone Estense ad assistere all’assegnazione di una borsa lavoro a una studentessa dell’università dell’Insubria. Due volti conosciuti del Partito Democratico, Angelo Senaldi, ex deputato che non si è ricandidato alle ultime politiche ritornando al suo lavoro di chimico, e Vincenzo Salvatore, giurista di rango che invece si è candidato alla camera dei deputati accettando una sfida in un collegio impossibile – quello dominato dalla popolare atleta diversamente abile Giusy Versace – e portando a casa un ottimo risultato. Tra l’altro il professor Salvatore, sull’esempio del ministro Carlo Calenda, ha deciso di tesserarsi.
A entrambi abbiamo chiesto come giudicano questa fase del Partito Democratico e perché la sconfitta ha assunto proporzioni così catastrofiche.

«Se da una parte stiamo attraversando un momento poco felice – ha detto Vincenzo Salvatore – dall’altra siamo in una fase molto interessante perché si deve ricostruire e ridefinire il perimetro dei valori e dell’identità del partito. Il primo dato di fatto è che attualmente il Pd è a traino centrista, mentre i vincitori delle elezioni raccolgono un voto di protesta molto trasversale che comprende destra e sinistra».

Secondo il professore dell‘università dell’Insubria, le cause della sconfitta non vanno ricercate solo nell’immagine negativa del cosiddetto “giglio magico“, cioè lo stretto entourage dell’ormai ex presidente Renzi, ma in un riflusso politico che ha investito tutto il Vecchio Continente. «Bisogna tener conto dell’effetto generato dall’ondata di nazionalismi che ha travolto l’Europa intera, non solo l’Italia. Il centrosinistra in questi anni ha portato molta innovazione nelle politiche economiche e sociali, sollevando moltissime speranze, forse troppe, rispetto a quanto poi è riuscito a fare. Ciò non toglie che molte cose siano state fatte, pensiamo alla riforma del mercato del lavoro, all’industria 4.0, al referendum sulla costituzione e ai diritti civili. Erano provvedimenti che si aspettavano da anni».

Angelo Senaldi, dimostrando che la coerenza è ancora una virtù, è tornato ad occuparsi di materiali speciali alla Mazzucchelli 1849 di Castiglione Olona, azienda plastica tra le più antiche del distretto industriale varesino. L’ex deputato del Pd ha deciso di non ricandidarsi alle ultime politiche, pur avendo ricoperto ruoli di rilievo nella commissione attività produttive della Camera e affrontato da protagonista l’intera legislatura. «È una fase delicata – dice Senaldi – e forse qualche passo indietro andava fatto prima proprio per non finire in un meccanismo che alla fine non permette più di distinguere quanto di buono è stato fatto dai governi di centrosinistra soprattutto in tema di politica economica. Credo invece che ci sia stata una sovraesposizione della comunicazione, che ha proiettato le aspettative degli italiani ben oltre le nostre possibilità, innescando un sentimento di delusione trasformatosi poi in protesta. A questo si aggiunge un contesto europeo dove le destre avanzano e con esse il voto di protesta. Voto che il Pd, forza di tradizione riformatrice, non intercetta».

L’ex deputato Pd liquidò la sua decisione di non ricandidarsi con una battuta che la dice lunga su quella sovraesposizione a cui accennava. «Non mi piace la politica dei selfie» disse allora. Oggi, per quanto riguarda il suo futuro, Senaldi ancora non si sbilancia, limitandosi a sottolineare che: «la passione politica c’è sempre».
E da quella non ci si puo’ dimettere. Nemmeno con un tweet.

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

Il lettore merita rispetto. Ecco perché racconto i fatti usando un linguaggio democratico, non mi innamoro delle parole, studio tanto e chiedo scusa quando sbaglio.

Pubblicato il 21 Marzo 2018
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