Richiedenti asilo, protesta a Masnago
Alcuni immigrati questa mattina hanno manifestato fuori dall'albergo che li ospita a causa di problemi burocratici e per la qualità del cibo

Volanti delle forze dell’ordine questa mattina – lunedì 12 marzo – verso le 9 a Varese in via Sanvito Silvestro, fuori dall’ex Hotel Plaza di via Caracciolo, dove da anni sono ospitati numerosi richiedenti asilo.
Un gruppo di richiedenti asilo, che nell’ex albergo trovano ospitalità in attesa delle procedure per ricevere lo status di rifugiato, ha avviato una protesta all’esterno della struttura. Sul posto è arrivato il personale della questura di Varese, insieme a una pattuglia di carabinieri e a uomini della polizia locale.
Il 118 ha inoltre inviato anche due ambulanze che hanno portato all’ospedale due persone, entrambe richiedenti asilo. In un caso si è trattato di un giovane (pare già con qualche disturbo di natura psichica) che per protesta si è denudato. Il secondo ospedalizzato è una persona ospitata dalla struttura che sarebbe stata operata da poco: la sua condizione sarebbe tra le cause che hanno originato la protesta. Uno dei problemi denunciati dai richiedenti asilo è infatti legato alla bassa qualità del cibo: il giovane operato di recente, inoltre, non avrebbe (questa è la versione dei manifestanti) ricevuto la dieta richiesta per il decorso post operatorio. L’altro motivo della protesta odierna – che è rimasta pacifica al di là del ragazzo denudatosi – è legato alle lungaggini amministrative per l’ottenimento dei documenti necessari all’iter burocratico dei richiedenti asilo.
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Non so se hanno ragione o meno per quanto riguarda il cibo ma sicuramente hanno ragione riguardo le lungaggini burocratiche per sapere o meno se hanno diritto a restare in Italia.
Dato che a 9 su 10 non gli verrà riconosciuto alcun diritto di rifugiato mi domando perchè attendono tale verdetto con impazienza. Per il cibo forse hanno ragione, è ripetitivo e un po’ troppo da “mensa” aziendale.
@Mar79 spero che il suo commento sul cibo sia ironico.
Dovrebbero essere persone che nel loro paese il cibo nemmeno l’avrebbero. Lamentarsi della presunta monotonia è un pugno allo stomaco ai tanti che faticano, A PROPRIE SPESE, a mettere insieme pranzo e cena