In ricordo di Edmea, l’ultima partigiana

Generico 2018

Per ricordare il 25 aprile varesino, pubblichiamo, per gentile concessione della rivista di So.Crem “Il Nibbio” il ricordo di Edmea Maggiolo Bassani (1920-2018),  “l’ultima partigiana”, che si è spenta lo scorso febbraio. A raccontarne le gesta è Franca Broggi Franchini, la foto è di Carlo Meazza.

Edmea ci ha lasciato da poco e già rimpiangiamo la sua luminosa figura di donna determinata, coerente con le sue scelte politiche, con le sue aspirazioni a una più attenta giustizia sociale.

Raccontare la sua storia significa ripercorrere i dolorosi anni della seconda Guerra Mondiale nei momenti cruciali seguiti all’armistizio dell’8 settembre 1943. L’Italia invasa dai nazisti, una parvenza di governo di fascisti guidati da Mussolini a Salò, i militari dell’esercito italiano abbandonati e sbandati.

La giovane Edmea universitaria capisce da che parte spendere le sue scelte e soprattutto la sua vita. “La vita” perchè di questo si tratta: ci volevano ideali alti e volontà di ferro.

Diventa crocerossina e cura i feriti, la sua divisa è uno scudo che le permette i primi contatti con la resistenza varesina.

Con l’amica Tiziana Bonazzola, comincia la sua avventura raccogliendo le armi abbandonate dall’esercito italiano.Diventa ben presto protagonista responsabile del trasporto e distribuzione di dispacci e documenti di importanza vitale: è il tramite tra gli alti comandi della resistenza e le formazioni partigiane sparse nelle valli e sulle montagne. Attraversa più volte il Lago Maggiore su barche di pescatori, non si fida dei battelli, deve nascondere il suo importante ruolo di staffetta.

Storico è il suo viaggio da Varese a Milano: nascosti fra i libri di studio porta documenti da consegnare al mitico capo della Resistenza Leopoldo Gasparotto. Il luogo è Piazza Castello 2, nel sottosuolo doveva trovarsi con i compagni.  Al momento di partire la madre è in ansia per lei e per rassicurarla, Edmea prende un treno più tardi del previsto. Raggiunto il punto di incontro, ad accoglierla non trova più nessuno. Leopoldo Gasparotto, con tutto il gruppo, è già stato portato a San Vittore dopo una spiata e una retata; non le resta che tornare sui suoi passi conscia di aver scampato il carcere. Non perde la forza del suo impegno politico e qui, oltre che staffetta, diventa protagonista in prima persona della Resistenza.

Una seconda volta, incrocia la sua via con quella di Gasparotto: accompagna una madre di Gemonio in cerca di notizie del figlio fino a Fossoli (in Emilia) viaggiando su un camion di formaggi. Fossoli è la seconda tappa dei detenuti politici prima dello smistamento nei campi nazisti. Gasparotto non demorde e, pur da detenuto, riesce a raggruppare uomini della Resistenza. Edmea e compagna si trovano ai cancelli del campo: un militare di passaggio comunica loro che Leopoldo Gasparotto è stato fucilato quel giorno stesso alle spalle dopo essere stato invitato a scappare per giustificare, poi, l’ azione criminale. Nel ricordo di quel giorno, da lei raccontato, le emozioni ancora ci colpiscono.

In una delle sue missioni più a rischio incontra sulle montagne, sopra il Lago Maggiore, un giovane militare mandato in suo aiuto per guidarla in una strada minata. Colpito alla vista di quella bella ragazza coraggiosa, dimentica le mine e i pericoli della guerra.

Ezio Bassani, partigiano, sarà suo fedele compagno per tutta la vita.

In quei giorni, a Varese, viene trovato in tasca a un delatore fascista ucciso un foglio di nomi di uomini e donne della Resistenza, fra questi anche il nome di Edmea Maggiolo. Lascia Varese e raggiunge le formazioni partigiane in montagna diventando, di fatto, militare per non cadere in mano alle milizie fasciste.

Finita la guerra, dopo tante avventure vissute al limite del rischio della vita, Edmea non dimentica l’impegno sociale e, laureata in Lettere Moderne, prosegue la sua missione dell’insegnamento nelle scuole pubbliche di provincia, conscia che l’educazione e la cultura sono capitali umani di importanza vitale per arrivare a una più responsabile scelta di vita.

Edmea resta una figura storica della sinistra varesina. Collabora con tante donne per il riscatto della figura femminile e, da maestra di politica sociale, con le compagne dell’UDI si impegna per i diritti civili: codice Rocco-diritto di famiglia-divorzio-aborto legale-violenzasessuale ed uguaglianza di genere.

La ricordiamo oggi con affetto e riconoscenza in un momento particolarmente difficile per l’Italia dopo le elezioni.

Franca Broggi Franchini

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 25 Aprile 2018
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