Una manifestazione contro la violenza sulle donne

La panchina rossa, colore del sangue e serve a ricordare e mantenere viva la presenza di una donna che non c’è più

no alla violenza contro le donne

L’Amministrazione Comunale di Masciago Primo, in collaborazione con l’Associazione “No Violenza donna”, sensibile al grave e nefasto problema della violenza sulle donne, il 30 novembre, alle 17,30, presso il Campo Sportivo, ha indetto una manifestazione in ricordo di tutte le vittime di femminicidio.

Durante la cerimonia, è stata simbolicamente collocata una panchina rossa nei pressi del Campo Sportivo masciaghese, per manifestare la vicinanza della cittadinanza a tutte le donne che si trovano in situazioni di difficoltà e abuso, nella consapevolezza che solo una cultura basata sul rispetto della persona può contrastare questa drammatica realtà.

La panchina è il simbolo del posto occupato da una madre, una sorella, un’amica: piccolo gesto quotidiano che qualsiasi donna ha sempre compiuto e che l’ha sempre fatta sentire partecipe di una vita di relazioni rasserenanti.

Ma oggi la panchina è rossa, il colore del sangue e serve a ricordare e mantenere viva la presenza di una donna che non c’è più perché una donna uccisa dalla violenza di un uomo lascia un vuoto che non può essere né dimenticato né colmato: è, dunque, il simbolo di un percorso di sensibilizzazione verso il femminicidio e la violenza maschile sulle donne.

Avarie

Già all’inizio del Novecento la scrittrice Sibilla Aleramo aveva avuto il coraggio di denunciare la violenza domestica subita e la mentalità retriva e ipocrita che l’aveva generata. Come aveva visto accadere a sua madre, mentre si sentiva inchiodata allo stesso destino di rassegnazione di fronte ai brandelli di affetto del marito, scriveva: “Amare, sacrificarsi e soccombere! Questo il destino forse di tutte le donne”.

Ma lei si è ribellata ed è stata tra le prime donne italiane, che, all’inizio del secolo scorso, ha portato avanti rivendicazioni che ancora nel Terzo Millennio devono trovare attuazione, anche se passi avanti ne sono stati fatti.

Donne che ancora oggi devono diventare consapevoli che non sono solo soggette alla violenza degli uomini, ma sono spesso vittime delle loro stesse paure, specialmente se non sono indipendenti dal punto di vista economico, che molte volte le spingono a non denunciare anni di violenza all’interno delle mura domestiche, per timore di perdere il sostentamento, di far crescere i figli senza padre e per una sorta di atavica rassegnazione a un rapporto, quello tra i sessi, da sempre caratterizzato dal predominio maschile.

Ci sono, però, dei dati incoraggianti perché sono aumenti i numeri di donne che coraggiosamente hanno denunziato uomini violenti, dati che evidenziano come le donne abbiano preso consapevolezza di essere vittime di rapporti malati, anche grazie all’enorme diffusione mediatica del fenomeno, e non soltanto semplici ingranaggi di un sistema famigliare, che finisce per distruggerle psicologicamente e fisicamente.

All’inaugurazione della panchina, i saluti saranno portati dal sindaco, dott. Enzo Maffei. seguiranno poi vari interventi: il maresciallo dei Carabinieri di Cuvio, Roberto Notturno, l’assistente sociale dott. Virginia Bilato e la vice-presidente dell’Associazione “No Violenza donna”, Monica Borsa.

(a cura di Cesira Colli)

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 26 Novembre 2018
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