Droga e spacciatori: “Non entrate in quel bosco”
Accampamenti e degrado nei boschi delle vallate prealpine divenute «posti pericolosi». Un problema da tempo raccontato da Varesenews a cui è opportuno mettere un argine
«Gentilissima redazione, vi scrivo per segnalare una situazione di degrado e insicurezza che da qualche tempo a questa parte si vive nei boschi e nelle strade isolate nel nord della provincia».
Comincia così la lettera – interessante e dettagliata – arrivata alla redazione di Varesenews questa mattina e che pubblichiamo integralmente. Una richiesta di aiuto da parte di un cittadino che prova profondo sconforto ad assistere al degrado di luoghi che dovrebbero essere incantati e invece spesso risultano in mano alla criminalità organizzata. Pericolosi. E sporchi di quello schifo che troppe volte viene associato alle aree degradate ai margini delle grandi città e che davvero malamente si sposa con la bellezza delle nostre montagne. Fa bene il lettore a lanciare questo grido d’allarme che raccogliamo, dopo aver più volte in passato raccontato queste realtà.
(ac)
Sto parlando in particolar modo del comune di Cugliate Fabiasco, ma penso che nei paesi limitrofi sia la stessa cosa, dove, sulla strada che sale ai Sette Termini e su quella che congiunge il paese di Fabiasco con Bosco Valtravaglia, spesso e volentieri c’è il rischio di fare brutti incontri.
Come potete ben immaginare questi luoghi sono teatro di un’intesa attività di spaccio che, nei momenti di apertura del «negozio», vedono una processione di auto andare e venire per queste strade dove loschi figuri fanno da vedetta.
Chi malauguratamente passa per queste strade in questi momenti non si sente molto sicuro e questo non solo alla sera o quando scende il buio. A tutto ciò poi si somma il degrado delle zone frequentate da questi signori, sporcizia e immondizia ovunque.
Ma la cosa più grave e preoccupante è il persistere di «accampamenti» nei boschi dove bivaccano questi personaggi. È capitato infatti, percorrendo un vecchio sentiero un po’ abbandonato, di imbattermi in uno di questi covi, di cui vi allego le immagini. Fortunatamente in quel momento non era presidiato, ma cosa sarebbe successo se ci fosse stato qualcuno?
I boschi devono essere fatti per passeggiare senza timore di trovare dietro l’angolo situazioni come quella delle foto. Fortunatamente ogni tanto capita, com’è successo recentemente, che gruppi di cacciatori con i loro cani si imbattano negli accampamenti facendo fuggire questi personaggi che poi però, purtroppo si spostano in un altro bosco o in un’altra strada per continuare la loro attività e la sicurezza ritorna a essere un miraggio.
Le forze dell’ordine qualche volta riescono a fermare qualche spacciatore ma poi, dopo un po’, tutto torna come prima.
Mi chiedo, è possibile che si sia costretti a cambiare strada o rinunciare a passeggiare per i boschi in tutta tranquillità per non trovarsi in situazioni spiacevoli?
Come potete ben immaginare vi chiedo che, nel caso publicaste questa mia lettera, non fosse citato nome e cognome.
Sperando che questa mia segnalazione possa sensibilizzare l’opinione pubblica e chi di dovere, invio i miei più cordiali saluti
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Stiamo consegnando definitivamente il nostro bel paese e il suo stupendo territorio in mano a questa feccia di bastardi che oltre che portare violenza e degrado minaccia la salute dei nostri giovani vendendogli questo schifo di droga.
Qui occorre una sana e decisa ribellione da parte di tutti, uno scatto di orgoglio, una rivalutazione di cosa sia la vita e quali siano le priorità. E drogarsi non è una priorità.
Io voglio portare i miei figli e nipoti nei boschi, fargli sentire la natura senza aver paura di finire preda di questi sub-umani e dei loro clienti, senza vedere i nostri bei boschi deturpati da bivacchi e spazzatura.
E’ ora di dire basta! Fate intervenire l’esercito ed arrestateli tutti.