Carini (Fim Cisl): “Paragone non faccia sceneggiate sulla pelle dei lavoratori”
Il segretario provinciale dei metalmeccanici della Cisl invita il senatore del M5S a fare meno selfie e video davanti alle fabbriche in chiusura e a sollecitare l'intervento del ministro Di Maio sul caso Hammond
																			
                        
						
						
						
						Paolo Carini, segretario della Fim Cisl dei Laghi, è una persona pacata, appassionata del suo lavoro, sempre attento a non sacrificare mai il lavoratore sull’altare, sempre troppo frequentato, della retorica, soprattutto nelle vertenze più difficili. Questa volta però di fronte alla dimostrazione del senatore del M5S Gianluigi Paragone fuori dai cancelli della Hammond Power Solutions , l’azienda di Marnate che a Natale ha annunciato di chiudere e di voler lasciare a casa i lavoratori, ha abbandonato la sua pacatezza e puntato il dito contro l’ipocrisia della politica. (Foto sopra Paolo Carini)
«Basta sceneggiate sulla pelle dei lavoratori Siamo ancora in attesa che Di Maio intervenga. Ormai ci siamo abituati, come è capitato con molte vertenze in questi anni di crisi, abbiamo assistito a passarelle e sceneggiate dei politici di ogni colore fuori i cancelli delle fabbriche, e sui social specie a ridosso delle elezioni, tranne poi sparire un minuto dopo. Quella del Senatore Gianluigi Paragone fuori i cancelli della Hammond Power Solutions di Marnate in provincia di Varese fa parte del genere. Peccato che il senatore dei 5 Stelle non si sia fatto vedere, fuori la fabbrica nei giorni di Natale quando i lavoratori lo avevano invitato a sostenere questa complicata vertenza e abbia preferito farlo da solo, davanti ai cancelli della fabbrica con un video selfie».
«Ci fa piacere comunque che anche Paragone originario della provincia di Varese (in cui si trova la HPS si chiamava in origine Marnate Trasformatori, ed era stata acquisita dai canadesi appena 6 anni fa) voglia dare una mano a questa vertenza, anziché fare dei video in solitaria faccia una telefonata al Ministro Di Maio. Qui ad essere incazzati sono le lavoratrici e i lavoratori, Paragone invece di scimmiottare le proteste parigine si dia da fare per quello per cui è pagato come parlamentare e trovi una soluzione insieme al governo. Il decreto anti-delocalizzazioni, si sta dimostrando una misura inefficace per le imprese che decidono di andar via quando deleteria per chi vuole venire in Italia. Ancora siamo in attesa che il ministro Di Maio, come avevamo chiesto nel nostro comunicato nazionale il 27 di dicembre, intervenga. È in gioco la credibilità delle istituzioni e del governo che non possono acconsentire un atteggiamento così cinico quanto irrispettoso».
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