Favole greche da tradurre: al Cairoli la sfida tra studenti
I ragazzi del secondo anno di 15 licei classici di tutt'Italia saranno impegnati venerdì 31 maggio per la quarta edizione dell'agone "C'era una volta in Grecia"
Una gara di traduzione. Una versione di greco da tradurre con spirito critico.
Non è una novità per gli studenti dei licei classici italiani. Ma se sono del triennio.
Più difficile è vedere quindici/sedicenni che si cimentano con scrittori dell’antica Grecia, in gara tra di loro.
Proprio partendo dalla considerazione della scarsità di offerte a fronte di una preparazione che gli studenti raggiungono alla fine del percorso ginnasiale, che la professoressa Vittoria Criscuolo, 4 anni fa, decise di proporre un agone alternativo, riservato ai ragazzi del secondo anno.
Sin dalla prima edizione, l’offerta ha ottenuto un grande successo e, anche per l’edizione 2019, sono attesi venerdì 31 maggio gli studenti di 15 licei di tutt’Italia.
« Per l’agone “C’era una volta in Grecia”, quest’anno abbiamo organizzato due sessioni – ha spiegato la docente – una riservata ai ragazzi del Cairoli che hanno già svolto la prova e una per gli ospiti da fuori città. La prova si svolgerà venerdì mentre sabato pomeriggio ci sarà la premiazione».
La proclamazione sarà una “”sorpresa per tutti” « Come avveniva nel mondo antico» ha commentato la docente che ha già corretto le prove interne ma aspetta di conoscere i nomi che verranno svelati con l’apertura delle buste solo sabato pomeriggio.
« Questo tipo di attività ottiene sempre grande riscontri – ha raccontato il dirigente del Cairoli Salvatore Consolo – Il Rotary Club Verbano ci sponsorizza sia nei premi sia nella promozione a livello nazionale. Infatti, anche gli altri Rotary d’Italia hanno dato la disponibilità a pagare le spese dei ragazzi che si fermano a Varese per svolgere la gara».
La competizione non è fine a se stessa ma è finalizzata a far crescere lo spirito critico e ad affinare quelle competenze logiche legate alla traduzione, che sono il grande valore dei licei classici: «Le lingue antiche , che molti considerano defunte – ha commentato la professoressa Criscuolo – permettono di sviluppare la capacità di guardare oltre la realtà contingente proiettandosi verso il futuro. E come diceva Virginia Wolf: “ Quando siamo stanchi torniamo al greco quando siamo stanchi della vaghezza della confusione e nella nostra epoca”»
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