Medici d’alta quota: al via il Master di specializzazione

Il corso accademico di secondo livello è unico in campo internazionale ed è itinerante. Ventisette le collaborazioni internazionali e 150 i docenti. Le iscrizioni terminano a luglio

Arrivano da tutto il mondo e si preparano negli ambienti montani internazionali. Per il quinto anno l’Università dell’Insubria si preparava dare il via al Master in “Mountain Emergency Medicine” promosso quest’anno in stretta collaborazione con l’Università di Milano Bicocca.

27 partner di prestigio e 150 docenti preparano medici e infermieri a intervenire sulle problematiche dell’alta quota, anche con l’elisoccorso, durante eventi catastrofici o legati a sport estremi.

A curare il master è il dottor Luigi Festi, chirurgo dell’Ospedale di Circolo di Varese e specialista in medicina di montagna, colui che per primo intuì la necessità di fornire preparazione adeguata e specifica alle squadre di soccorritori chiami a intervenire in alta quota.

Oggi, la medicina di montagna sta diventando popolare: l’altitudine non è più vista come un nemico ma, con le dovute precauzioni, diventa una risposta anche a chi soffre di cuore o di polmoni.

Il corso accademico, unico in campo internazionale, è itinerante. Dura due anni durante i quali i corsisti seguono le lezioni, rigorosamente in inglese, negli atenei partner: le Università del New Mexico, di Grenoble, di Innsbruck e di Torino, la prestigiosa Eurac di Bolzano che ha collaborato fin dall’inizio, l’importante Air Zermatt Training Center per la parte di elisoccorso, Denali Park in Alaska, Fondazione Montagna Sicura, Club Alpino Italiano e Svizzero, fondamentali nella formazione tecnica in arrampicata e alpinismo, Bergwacht Bayern in Baviera, dove è presente l’unico simulatore al mondo in elisoccorso, I/Fremmont a Chamonix e l’Istituto di ricerca sulle Valanghe di Davos.

I docenti sono circa 150, di cui più della metà stranieri. Sono esperti nelle patologie legate all’alta quota (come l’ipotermia) e delle situazioni di emergenza sanitaria, in particolare elisoccorso e soccorso in eventi catastrofici o durante la pratica di sport estremi. Ma in cattedra ci sono anche piloti, uomini di cultura e alpinisti di fama mondiale, come per esempio Peter Habeler, che è stato il primo uomo a salire l’Everest senza ossigeno con Reinhold Messner 41 anni fa, Silvio Gnaro Mondinelli, il sesto uomo al mondo a salire tutti gli 8000 senza ossigeno, o Matteo Della Bordella, varesino figlio d’arte che dallo scorso anno è presidente dei famosi Ragni di Lecco.

Direttore del Master è il professor Giulio Carcano, presidente della Scuola di Medicina dell’Università dell’Insubria, mentre referenti per l’Università Milano Bicocca sono il docente Gianfranco Parati, cardiologo di fama mondiale attivo nella ricerca in alta quota, e Simona Cionti per la parte amministrativa.

Sino a oggi, si sono diplomati, con successo anche in campo lavorativo, circa 60 medici e paramedici di ogni parte del mondo (Usa, Cile, Argentina, Svizzera, Repubblica Ceca, Olanda, Francia, Italia), idonei ad affrontare situazione di pericolo e soccorso a diverse latitudini, con differenti interventi sanitari, logistici e metodologici. Molti di loro già erano attivi nel campo dell’emergenza territoriale in montagna, altri lo sono diventati. Alcuni hanno fondato a loro volta corsi in Mountain Medicine (in Repubblica Ceca e Cile), uno degli allievi italiani è da pochi giorni responsabile medico del Soccorso Alpino e Speleologico Italiano che fa capo al Cai.

Il Master in Mountain Emergency Medicine inizia a settembre; le iscrizioni, già attive sui siti dell’Insubria e della Bicocca, terminano il 1° luglio; è richiesta una buona forma fisica, ed una conoscenza base delle tecniche di arrampicata ed alpinismo.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 13 Maggio 2019
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