Duemila domande per 5 posti da infermiere

Sono 1860 i candidati ammessi al concorso dell'Asst Sette Laghi che inizierà il 25 giugno prossimo. L'azienda non ha ancora stilato il piano ferie, ma i sindacati sono in allerta

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Duemila candidati per 5 posti. Da martedì 25 giugno partirà la complessa macchina concorsuale dell’azienda ospedaliera Sette Laghi per reperire il personale infermieristico. All’Ata Hotel di Varese si ritroveranno per sostenere la prova scritta mentre due giorni dopo sarà la volta della prova orale.

Delle candidature arrivate, sono 1860 gli ammessi chiamati a presentarsi sin dalle 9 del mattino.

L’Asst Sette Laghi, a tre anni dall’ultimo grande concorso, rimette in moto la sua macchina per reperire personale. Dalla prima prova all’assunzione dovranno passare dei mesi ma la graduatoria finale dovrebbe fornire una quantità di nominativi a cui attingere per mantenere adeguato il numero di infermieri professionisti. Il punto debole è che la quantità di iscritti è poco significativo rispetto al numero finale di promossi inseriti in graduatoria. Molti si iscrivono ma non si presentano, altri sostengono più concorsi per poter scegliere la soluzione migliore. 

LE CRITICITA’ PER L’ESTATE
Il concorso si farà, ma la criticità maggiore è ormai alle porte: il piano ferie non è ancora partito ed è ancora in fase di definizione. L’intenzione è quella di mantenere il più possibile l’operatività dei reparti. Per questo motivo il direttore generale Gianni Bonelli ha fatto ricorso alle agenzie interinali che dovranno inviare personale qualificato: « È una scelta estrema che ci lascia comunque perplessi – afferma Francesco Tucci, delegato della Fials – nonostante la formazione, non è mai semplice diventare operativi in un reparto e, di solito, occorre tempo di affiancamento. Speriamo che questa soluzione non aggravi ulteriormente il lavoro dei colleghi».

La soluzione estiva, che pare sia dettata anche dalla volontà di recuperare livelli di produttività dell’azienda, viene vista con sospetto soprattutto per le carenze d’organico ormai strutturali: « I dati degli straordinari degli ultimi tre anni – spiega Tucci – mostrano che il personale ha accumulato ore in tale quantità da coprire almeno una trentina di persone in più. Dalla Regione, però, pare che non ci sia proprio la volontà di assumere a Varese. Siamo preoccupati soprattutto per la volontà di “riorganizzare”. È un termine che spesso nasconde l’ottimizzazione di servizi che a volte peggiorano a tal punto il servizio da arrivare a giustificarne l’esternalizzazione. Noi stiamo vigilando». Il timore, per esempio, è legato all’attività dei CUP degli ospedali che potrebbero anche assorbire le funzioni di sportello dei distretti come la “Scelta/revoca del medico”: « Così gli sportelli ospedalieri si intaserebbero e nascerebbero disservizi».

PRONTO SOCCORSO
Sul pronto soccorso rimane la soluzione del coinvolgimento del personale medico degli altri reparti. Una soluzione adottata anche dall’Asst Lariana che ha stanziato 75.000 euro per pagare i turni in più dei PS. Soluzioni tampone, come quelle che si rinnovano anche nel periodo dell’influenza, e che dimostrano la fragilità della rete dell’emergenza urgenza. Il modello operativo suddiviso in tre livelli rimane ancora attuato a metà: tutti i pronto soccorso sono stati suddivisi per livelli di operatività numeri di accessi. Ora andrebbe applicato il dettato normativo che ne regola anche le funzioni. Da Milano nessuna presa di posizione ufficiale, ma, soprattutto nei piccoli presidi, l’attenzione è altissima per capire cosa succederà. 

Intanto i medici del PS di Varese attendono un incontro chiarificatore con la direzione aziendale. Il reclutamento degli altri medici dell’ospedale ha funzionato ma non tutti i turni di giugno sono coperti.

Alessandra Toni
alessandra.toni@varesenews.it

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Pubblicato il 05 Giugno 2019
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